Quid novi?

Dacché mi tolse a i sette ...


Dacché mi tolse a i sette colli alteriDacché mi tolse a i sette colli alteriSolo a' miei danni l'empia sorte intenta,Tanti all'afflitto sen dardi m'avventa,Quanti ad ogn'ora in me nascon pensieri.E perché d'ogni speme ancor disperi,E a false larve il mesto cor consenta,Mi dipinge la fede in voi già spenta,Onde traggo i miei dì torbidi e neri.Dal vostro aspetto sol lo spirto oppressoChiede ristoro: indi capir potreteCiò che non sa ridirvi il labbro istesso.Da gli occhi miei, che lagrimar vedrete,Dal volto, ov'è l'orror di morte impresso,Qual pena è lontananza allor saprete.Prudenza Gabrielli Capizucchi (in Arcadia: Elettra Citeria)Tratto da "Rime degli Arcadi", Volume 3°, Roma, per Antonio Rossi alla Piazza di Ceri, 1716 (Sonetto 194)