Quid novi?

Francesco Coppetta


XIVDi M. Francesco Coppetta 1 Quando col ventre pien donna s’invogliaD’esca vietata, nel toccar se stessaLascia del van desio la forma impressaNe la tenera ancor non nata spoglia.Giunta poi l’ora, con tormento e dogliaPon giù la soma che la tenne oppressa,E l’informato già sigillo in essaAperto scuopre ogni materna voglia.Tal io veggendo il mio desir contesoMi batto il petto, e ne rimane scultoL’amoroso pensiero ond’io son grave.Ma s’io vengo a depor piangendo il pesoQual dentro di mie voglie è il segno occultoDi mostrarsi in palese ardir non have.2 Rivedrò pur la bella donna e ’l loco Ov’io lasciai, chiude oggi un lustro a punto, L’arso mio cor, e non s’è mai disgiunto Per sì lunga stagion dal suo bel foco;Troverò in lei nulla cangiato o poco Quel suo mortal ch’è col divin congiunto, Ma io dagli anni e da l’ardor consunto Le sarò più che prima a scherno e gioco.Trovi almeno appo lei fede sì salda Tanta mercé che del bel viso altiero Pasca quest’avidi occhi e non l’encresca.E se raggio d’amor punto la scalda, Dica tra sé: "Fido amator sincero, A sì lungo digiun breve è quest’esca".3 Di quel sugo letal ch’a morte spinse Chi l’Indo e ’l Perso con vittoria scorse Nuovo Antipatro al gran MEDICI porse, E due gran lumi un licor breve estinse. E se la terra IPPOLITO non vinse, Con Alessandro di splendor concorse, E l’avria secondato in arme forse, Ma la toga fatale il brando scinse. Or si puon dar due traditori il vanto D’aver due volte impoverito il mondo: Già Macedonia, or è l’Italia in pianto. Commosso è ’l Tebro e l’Arno insino al fondo: Questo di Pietro gli serbava il manto, Quel di Porsenna il bel scettro secondo.Francesco Coppetta (pseudonimo di Francesco Beccuti)Da: Rime diverse di molti Eccellentissimi Autori (a cura di Lodovico Domenichi - Giolito 1545)