Quid novi?

Sonetti inediti (Burchiello) 2


Sonetti inediti del Burchiello (Domenico Di Giovanni)VIDonne, se voi volete parer belle,e vogliate da' buoni esser lodate,non vi pulite tanto né lisciate,non vi levate dal volto la pelle.Non vi istrignete tanto le cordelle,che vo' per forza il corpo v'increspate;non tanto il cervel vostro v'inzuppatee non portate un palmo di pianelle.Mostrare il petto è molto disonestoe disconviensi a donna ed a donzella:e più a collo non portate capresto.Lavatevi coll'acqua chiara e bella,e, per amor di me, notate questo:che 'l mondo volentier di voi favella.Ma, chi vuol parer bella,tenga sua faccia netta e naturalee non parrà figura di pancale.VIIDormendomi una notte, presso al giornoin vision mi venne tal timore:e' mi parea che le ventiquattr'oreportasseno un vassoio di pane al forno.Appresso appresso, senza far soggiorno,mi parea spuntar un trombadore:con trentaduo carrette con romoredi mattonaie mi correan dintorno.La costa di san Giorgio, senza fallo,vendé le cappelliere foderate;Mercato Vecchio armeggiava a cavallo,La porta a san Friano si fece fratee predica della golpe e del gallo,ed ha la cappa in dosso come frate.E fa buone derrate,il palagio de' signor de' ramaiuoli,perché 'n mercato stanno i pollaiuoli.VIIIÈ 'n Vinegia, ma non vi so dir dove,di grandi e di magnifici palagida farvi dentro la festa de' Magi,quando a Firenze per Befana piove.Però, se per andarvi alcun si move,non vi porti drappi né doagi,perché e' voglion vender lor albagicosì ci han fatto adesso leggi nuove.I' caverei di bando più di milleacciò che ritornassino a pescare,portandogli poi a vender per le ville.Quest'era l'arte che solevan fare,mercatanti di zievole e d'anguille,che non vivon se non del lor cacare.Giammai vi vo' tornare;tra con agli, cipolle e con lor pescesì m'hanno avvelenato con le vesce.IXFanti spedati, il sere e la badessa,clamantes omnes con voce straniera,acciò che vi corressi la versieraa porre agli oliandoli la tassa.Allora io vidi un topo in una cassa,che rosicchiava il cul a una panterae gli dicea: - Tienlo per cosa verache il marmo vien dal paese di Massa -.Al romor di quei due vi corse un zoccolo,con la penna a l'orecchio, per saperese quivi compars'era un anitroccolo.Il prete allora, com'era dovere,impromesso gli avea di dargli un moccolo,quando gli fussi parso al suo piacere.Or dovete saperech'a Roma i cardinai paion gallettiportando in capo que' lor cappelletti.XFratel, per quell'amor che m'ha percos,ditemi su che forza sta el slambrich,che iace tra le gambe, a mo' d'un fich,de mia madonna, alzato un po' da l'os.E se balar se puot el langiroscon zocolli frateschi in cima un brich,senza trombon a son d'un tac tich,e com'è fatto el dragon durios.Li romei, ch'andavan a tor el perdon,dissen che l'era un lamech de Franza nasuto a modom;altri me disse che Malchisedech l'uccise.Però che a Pariseudi, ude, ude, udom,vol dir carne de porco e non boldom.Burchiello (Domenico di Giovanni)