Quid novi?

Poesia Fidenziana


Fidenziana: così è designata quella lingua e poesia pedantesca, trattata con intendimento, satirico, che deriva il suo nome da Fidenzio Glottocrisio Ludimagistro, pseudonimo del conte Camillo Scroffa, poeta vicentino, che nel sec. XVI stampò certi Cantici, nei quali ingegnosamente imitava il gergo pedantesco, così diffuso nel cinquecento e così frequente oggetto di derisione e di scherno. Nei Cantici trovi le tumidule génule, i nigerrimi occhi, l’exigua bocca, il laeteo collo, i dexterrimi membri, il bel corpo symmetriatissimo, il lepor venustissimo" ecc.Questa poesia, le cui origini e i cui intendimenti si ricollegano a quelli dello stile e della poesia maccaronica, e che, come ebbe precursori trovò imitatori in gran numero, attesta il fastidio della servile imitazione e adorazione dei classici, di cui il pedantismo era il frutto più maturo.Cfr. i Cantici di Fidenzio Glottocrysio, Vicenza, 1793; Ferrari, Camillo Scroffa e la poesia pedantesea in Giorn. storico Lett. ital., XIX, 304; Graf, Attraverso il Cinquecento, Torino, Loescher, 1888, pag. 189.Tratto da: Prof. Vittorio Turri del R. Liceo T. Tasso di Roma. Dizionario Storico Manuale della Letteratura Italiana (1000-1900) Compilato ad uso delle Persone colte e delle Scuole. 4^ Edizione - 4° Migliaio con un’Appendice bibliografica. Ditta G. B. Paravia e Comp. (Figli di I. Vigliardi-Paravia) Torino-Roma-Milano-Firenze-Napoli, pagina 110.