Quid novi?

Dizionario Romanesco 001


Dizionario Romanesco‘Gni bbotta 'na tacchia = Sviluppando per esteso questa espressione, ogni botta una tacchia (cioè "ogni colpo un segno, una tacca"), si intuisce che il significato è quello di "fare centro, colpire il bersaglio ad ogni tentativo". Questo può essere usato in senso letterale, ma assai più spesso in senso metaforico. Ad esempio, l'accanito donnaiuolo potrà vantarsi con gli amici delle sue numerose avventure galanti commentandole orgogliosamente: 'gni bbotta 'na tacchia.‘Mbecille = imbecille‘Mpunito = impunito‘N culo ‘n culo = All’ultimo momentoA = A; la (articolo determinativo femminile)A = Il volgo romanesco usa mettere una a innanzi alle parole che cominciano per consonante e raddoppiare la consonante medesima (p.es. abbendato, ammascherato, arrovinato). Il raddopiamento della consonante non ha luogo se la parola comincia per r seguita da i: ariposto. A bbrutto grugno = Senza alcun riguardo, in modo risoluto. A bbuzzèffe = A bizzeffe, in gran quantitàA bizzeffe = In gran quantitàA bócca sótto = Bocconi. A bombisogno = All’occorrenza, se serve; comunque, semplice interiezioneA bracalone = Si dice di pantaloni larghiA bracaloni = Si dice propriamente dei calzoni e delle calze quando non si tengono ben succinte  (v.: A ccacarella).A caterve = In gran quantitàA cazzo de cane = In modo insensatoA ccacarella (v.: A bracaloni) = Si dice propriamente dei calzoni e delle calze quando non si tengono ben succinte. A ccacciastivali = Che annamo, a ccacciastivali? Si dice a chi tenta di far passare un altro per gonzo. A ccampanile = Dicesi di un sasso o di qualsivoglia altro oggetto pesante lanciato dal basso all'alto secondo la linea verticale. A ccascà = In abbondanza, A iosa. A cciccio = A proposito, esattamente. Si dice anche: A cciccio de sellero.A cecio = BeneA cranio = A testaA faciolo = BeneA fette = A piediA furia de... = Continuando a...A garganella = (bere) direttamente dalla bottigliaA gratise = GratisA pecorone = A quattro zampe; mettese a pecoroneA pedagna = A piediA pennolone = PendenteA piffero = Mal fattoA pizzo = Da parte (mettere a pizzo = risparmiare, mettere da parte)A rampazzo = A casaccio (il rampazzo è una pianta rampicante)  BA sbafo = Senza pagare  BA scrocco = A spese di altriA soreta = A tua sorella. Espressione con la quale solitamente si risponde ad un insulto, rinviandolo ai familiari dell'offensore.A strafottere = In abbondanzaA uffo = Senza pagare (dall’acronimo A.U.FA. Ad usum Fabricae, utilizzato nella fabbrica di S. Pietro)A vedello aritrattato = a vederlo ritratto (Trilussa, Picchiabbò)A zeffunno = A catinelle (piove a zeffunno)Aa = Alla (es: bucatini aa matriciana)Abbacchià = abbattere, buttare giù, colpire per far cadere. Ne deriva "abbacchiamento": stato di depressione, di demoralizzazione, di avvilimento in cui si viene a trovare la persona colpita da preoccupazioni e dal comportamento della malasorte. Con "abbacchio" si indica l'agnellino da latte destinato alla mattazione per deliziare le nostre mense natalizie e pasquali; ma la sua etimologia è "ad baculum" perché legato al bastone del pastore.Abbacchiaro, Venditore di abbacchi (V. Abbacchio). Abbacchiarse (civ.; Abbacchiasse) = AbbattersiAbbacchiasse = Abbattersi, perdersi di coraggio, demoralizzarsi, cadere in depressione, avvilirsi.Abbacchiata = Abbattuta. Si usa a Roma questa parola anche da chi parla bene. Abbacchiato = Abbattuto. Si usa a Roma questa parola anche da chi parla bene. Abbacchiatura = Stagione in cui si macellano gli abbacchi: comincia in ottobre e finisce a maggio (V. Sbacchiatura). Abbacchio = Agnello, Agnellino da latte macellato. A Roma si chiama abbacchio il figlio della pecora ancora lattante o da poco tempo slattato; agnello, il figlio della pecora presso a raggiungere un anno di età e già due volte tosato. A Firenze non si fa questa distinzione: l'uno e l'altro si chiamano agnello. A Roma la stagione degli abbacchi comincia in autunno e finisce in primavera; quella degli agnelli dura tutta la primavera: comincia a Pasqua di Resurrezione e finisce a San Giovanni, 24 giugno. Nell'estate non si trovano nè abbacchi ne agnelli. Abbadà = adare, prestare attenzione; chi si intromette in questioni che non lo riguardano, si sente spesso rivolgersi un invito, tutt'altro che cortese, perché rinunci all'intromissione: "abbada a li cazzi tua"Abbadare = Badare (si veda Abbadà). Abbadate = badate: "Però - dice - abbadate; perché 'sta freghemepiano de Dorotea cià da la sua"Abbagnà = Bagnare. Abbagnare = Bagnare. Abbajà = l'abbaiare proprio del cane; può significare anche strepitare, emettere urla, sopraffare gli altri alzando il tono della voce per prevaricare. Inoltre con "abbajà" si intende accecare con una luce improvvisa, violenta e vivacissima. Nel senso figurativo si intende scendere nell'inganno, lasciando vedere lucciole per lanterne. "Prenne un abbajo" vale per cadere in una grossa "cantonata", in un errore madornale ed evidente.Abballà = BallareAbbastà = BastareAbbate = Abate, chiunque veste l'abito da prete. Passar per abbate. Rimaner ingannato specie nella compera di qualche oggetto pagandolo più di quel che vale. - Semel abbas semper abbas. Prov. lat. usato dalle persone civili. Colui che ha vestito una volta l'abito da abate, benchè se ne spogli, tiene sempre dell'abate. Abbate Luviggi = Abate Luigi. Così si chiama una brutta statua posta in una nicchia d'un vicolo che sboccava quasi di contro alla chiesa del Sudario, detto "dell'Abate Luigi", vicolo ora demolito. La statua, mutilata e continuamente insudiciata da' monelli, dicono traesse la sua denominazione da un cappellano piemontese o savoiardo addetto alla chiesa sunnominata il quale era di fattezze assai brutte che avevano qualche somiglianza con il volto della statuta. Sul piedistallo fu posta questa iscrizione: Fui dell'antica Roma un cittadino/ Ora abbate Luiggi ognun mi chiama/ Conquistai con Marforio e con Pasquino/ Nelle satire urbane eterna fama./ Ebbi offese, disgrazie e sepoltura./ Ma qui vita novella e alfin secura. A. MDCCCLXXXVIII Abbattutello = il suo significato rientra tra quelli di "abbacchià"; infatti è un aggettivo bene attribuito a chi moralmente e fisicamente si sente prigioniero di una forma di avvilimento e di demoralizzazione.(segue)