Quid novi?

Dizionario Romanesco 003


Dizionario RomanescoAccecasse = Stare occhi chiusi e faccia al muro: ciò che fa il "cacciatore" del nascondino.Accellerà = accellerazione  Accelerare, accelerazione.Accettòla = Piccola accetta. A Roma è voce comunissima. A Firenze usano soltanto accetta o mannarolo. Acchetasse = Calmarsi.Acchiappà = prendere, afferrare. Ne deriva il gioco de "l'acchiapparella!" tra bambini, consistente nella capacità e nella sveltezza con cui si acciuffano l'un l'altro.Acchiapparèlla = Gioco infantile C. Giuoco di bambini. Acchiapparella: gioco fanciullesco in cui i bambini si rincorrono e cercano di evitarsi vicendevolmente. Dal toscano "acchiappino".Acchittà = Acchittare, Fermare, - Acchittarsi, Acchittarse, Acchittasse, Appollaiarsi. Metafore prese dal gioco del bigliardo. Acchittasse = Vestirsi elegantemente  C. farsi elegante nel megliore dei modi, con ricercatezza e buon gusto, tanto da apparire "er mejo" in mezzo a tanti e trovarsi quindi al centro dell'attenzione. "L'acchittato" insomma è "er mejo fico der bigonzo".Acchitto = Elegante; in De primo acchitto, d’acchitto = di colpo, immediatamente.Accia = Una certa quantità (di filo). Accia: rientra ormai nel "mare magnum" dei termini arcaici. Eppure dal nostro popolo si sente ancora dire: "un'accia de filo" per intendere una gugliata, una quantità imprecisata di filo per cucire. Molto bella è l'espressione poetica "un'accia de sole" per dire "un filo luminoso di luce solare".Accia, Filo di lino o di stoppa o di canapa. Gugliata. - Accia del diavolo, Accia di filo lun ghissima. Narrano che il diavolo sfidò Sant'Omobono, sarto, a chi faceva più presto a cucire un vestito. Il diavolo, per non perder tempo ad infilar l'ago, faceva l'accia lunghissima, che però gli si impicciava ogni tanto; Sant'Omobono invece faceva l'accia corta, e tirava più via. Così il santo vinse il diavolo. Di qui è venuto che le nostre donnette dicono che le acce lunghissime sono le acce del diavolo. Acciaccà = Calpestare, Schiacciare, Pestare (anche nel senso di picchiare con forza).Acciaccà l'ova = "Schiacciare le uova" si dice scherzosamente di una persona che deambula molto lentamente, con calma serafica, come se stesse camminando con cautela su un tappeto di uova. È usata in senso negativo, per cui di solito viene riferita a qualcun'altro, non a sé stessi.Acciaccà: pestare col piede.Acciaccanóce, Schiaccianoci. Acciaccapisto, Trambusto, Confusione, Calca di gente. Acciaccapisto: è il risultato della fusione dei verbi "acciaccà" e "pistà", per indicare confusione, parapiglia, colluttazione fra persone accalcate, trambusto.Acciaccato e Acciaccatello: chi non sta bene in salute ed è vittima di disturbi fisici di vario genere, detti appunto "acciacchi".Acciaccato, Schiacciato. Si dice anche di persona malaticcia. Acciacccà, Acciaccare, Schiacciare e Gualcire. Acciaccare ad uno il pignolo... la tigna, il pulcino, modi bassi, Schiacciare la testa - Farsi acciaccare le noci in testa, modo prov. - Acciaccare una cosa, Abbuiare una cosa, Fare in modo che non se ne parli più. Accicòria, Accipicchia, Accipólla, Acciprèti, Accipretacci. Sono tutti eufemismi dell'interiezione Accidenti che molti credono sia una parolaccia. Al teatro, a tempo del governo pontificio, erano proibite le parole «accidente, accidenti» in qualunque significato. Si permetteva l'imprecazione Te piji un canchero, ma guai a dire Te piji un accidente. Una volta io intesi dir da un bigotto: Te piji un accidente in grazzia de Ddio. Forse questo modo sarebbe stato permesso in teatro, se in teatro si fosse potuto pronunziare il nome di Dio. Accidente: "un pezzo d'accidente" omone. Rivolto ad un fanciullo significa paragonarlo ad un diavoletto scatenato per la vivacità eccessiva. In altri momenti può essere usato come espressione di meraviglia, oppure di rimprovero e di rammarico.Accidente. Parola che a Roma s'applica a un numero indefinito di cose. E' un accidente, detto di un fanciullo, significa E' un diavolo scatenato. - Te piji un accidente a fidecommisso, cioè: Vincolato alla persona, che non lo possa nè vendere, nè impegnare, a ffarajolo, a ferraiolo (che t'investa tutta la persona), un acciccì co' la girandola (è come un accidente a ffarajolo cioè che ti giri intorno al corpo). Accidenti a cchi à raggione e ttu n'ài mille. Modo volg. Si dice ad uno che ha o che pretende aver ragione.Accidenti al chirico. Modo volg. Si dice ad uno che, udendo pronunziare qualche parola che il prete dice sull'altare, soggiunge quelle che gli risponde il chierico. Dice uno: Per omnia secula seculorum. Risponde un altro: Ammen: E il primo subito: Accidenti al chirico. Accidenti. Parola che a Roma s'applica a un numero indefinito di cose. E' un accidente, detto di un fanciullo, significa E' un diavolo scatenato. - Te piji un accidente a fidecommisso, cioè: Vincolato alla persona, che non lo possa nè vendere, nè impegnare, a ffarajolo, a ferraiolo (che t'investa tutta la persona), un acciccì co' la girandola (è come un accidente a ffarajolo cioè che ti giri intorno al corpo).Accimato = Agghindato. Adornato, vestito e ripulito con cura eccessiva e insolita.Accimatura = L'agghindarsi.Accimentà = provare.Acciuccasse = Ubriacarsi.Acciufecasse = Prendere un caffè alla macchinetta.Accoccolasse = sedersi sulle calcagne.Accòglie = Cogliere, Colpire. Tirò una sassata e nun l'accorse. Accoje = Cogliere, Colpire. Tirò una sassata e nun l'accorse. Accollasse = AffliggersiAccollasse = rendersi responsabile di un certo compito, rispondendo di persona. "S'è accollato li debiti de la moje": ha saldato i debiti accumulati dalla consorte.Accomodà = accomodare, aggiustare: "dà tempo a la giustizzia d'accomodà le cose"Accompagno = forma contratta di "accompagnamento", usata per indicare un corteo al seguito di un carro funebre con il morto dentro.Acconcià =  Sistemare; picchiare: “te concio de botte” (vedi Concià); ridurreuna persona a mal partito (es.: "a furia di botte e acconcialla pe le feste come Dio commanna")Acconcià = dare degna sistemazione decorativa.Accondì = CondireAcconocchià = dare una sistemazione arruffata a delle cose senza osservare ordine e precisione.Accoppà = Uccidere, ammazzare; usare violenza contro qualcuno, uccidendolo brutalmente: "J'ammollò na botta su la capoccia e l'accoppò de punto in bianco, che nemmanco se n'accorse.Accorasse = Affliggersi; provare dolore, dispiacere, strazio, forte turbamento.Accosì = CosìAccosto a = Accanto; vicino a: "accosto a la scanzia de le farfalle"Accroccà = Accatastare alla rinfusa; Mettere su un accrocco; Riempire di botte.Accroccasse: sistemarsi in un posto come meglio si può.Accrocco = Sistema composto di più parti, messo su in modo raffazzonato; Intervento con un rimedio posticcio per una riparazione alla buona.Accuccasse = AccovacciarsiAccucciasse = rannicchiarsi, accovacciarsi, rintanarsi per nascondersi.Accusì = Così: "era un ometto accusì piccolo" (Trilussa, Picchiabbò)Accuso (dal tresette, in frasi del tipo: “annà fori co l’accuso”) = uscire dai gangheriAcetella = usato per indicare un vino di qualità piuttosto scadente, sgradevole al palato.Acquacotta = zuppa rustica e miserevole preparata dai contadini versando sul pane acqua bollente condita con olio, sale e alcune erbe aromatiche. Un tempo era il solo cibo dei contadini della Campagna romana.Acquattasse = Nascondersi; trovare rifugio in un nascondiglio, cercando il più possibile di non farsi vedereAcquavitaro = venditore ambulante di "acquavite" o grappa. Quasi al sorgere del sole lo si incontrava pe rle vie di Roma per invogliare i suoi primi clienti a rinfrancarsi con un po' di liquore prima di iniziare la giornata lavorativa.Acquetasse = calmarsi, darsi pace.Addannasse = Dannarsi, darsi molto da fare me so addannato; rendersi amara la vita, arrabbiarsi, indemoniarsi, perdere la ragione, lasciarsi vincere dall'esasperazione.Addietrato = Arretrato; essere rimasto indietro.Addietro = indietro: "Chi fa un passo lungo un metro quasi sempre torna addietro".(segue)