Quid novi?

Meditazzione


MeditazzioneCristiani mii, che serve che piagnete?Teneteve 'sta massima presente:s'uno è baron futtuto l, vedereteche farà strada cor fregà la gente.S'invece è 'n galantomo ce potetecontà ch'arimarrà sempre un pezzente,ché li quatrini, già ce lo sapete,li fa solo er più rozzo e 'r più fetente! ...chi cià la moje bella serri l'occhi;chi è vedova nun badi a l'onestà,che je vierranno a casa li bajocchi,e 'r celo je darà tutti l'ajuti:ch'a 'sto monno hanno drìtto da campàsolo mignotte, ladri, spie e cornuti!Giggi Zanazzo7 marzo 1880Baron fottuto, epiteto ingiurioso (cfr. Belli, sono Contro li Giacubbini del 19 febbraio 1830). «Baron becco futtuto», «Baron bècchibu-e-via» (Belli, sonetto Lo scojonato e Ruzza co li fanti, e lassa sta li Santi, rispettivamente del 24 e 23 gennaio1832). Trilussa dirà nel sonetto Er sonatore ambulante: «Radica vera de baron futtuto". Barone nel significato di imbroglione, farabutto ecc., non è comune in italiano se non con qualche aggiunta volgare. In un sonetto in lingua, diretto il 9 luglio 1840 a Francesco Spada, il Belli aveva esordito: « Signor Francesco mio, c'è stato Belli, Quella tal crema di baron fottuto»