Quid novi?

L'omo e la donna


L'omo e la donna«Sí», strillava, «è ggiustizzia da galerra (1)che nnoi povere donne disgrazziatesempre avemo da èsse soverchiatecome fússimo statüe de terra.Voiantri purcinelli de la Scerradate fora l’editti, predicate,dite messa, assorvete, ggiustizziate,e, ppe gionta de ppiú, ffate la guerra.Cos’ha, ppiú de la donna, un galeottod’omaccio, pe pprotenne (2) in oggni casode stà llui sopra e dde tiené (3) llei sotto?Cos’ha dde ppiú? una mano, un piede, un stinco,una bbocca, un’orecchia, un occhio, un naso?».Allora io: «Nu lo sapete? un pinco». (4)Giuseppe Gioachino Belli30 aprile 1834(Sonetto 1260)Note:1 Dalla massima parte del popolo galera è pronunziata galerra.2 Pretendere.3 Di tenere.4 Vedi il Sonetto [Er Padre de li Santi, n. 561], al quale questo vocabolo può servire di appendice.Nota aggiuntiva [VS]. Quale ulteriore "appendice" [nota 4 del Belli], si può considerare il termine "Cresceccàla" (si veda: Gergo romanesco dei "Birbi", tratto da Luigi Zanazzo, "Usi, costumi e pregiudizi del popolo romano", Torino 1908). Anche tale termine non rientra tra quelli menzionati dal Belli in "Er padre de li santi".