Quid novi?

Er dilettante de Ponte


Er dilettante de Ponte (1)Viengheno: attenti: la funzione è llesta. (2)Ecco cor collo iggnudo e ttrittichenteer prim’omo dell’opera, er pazziente,l’asso a ccoppe, er ziggnore de la festa.E ecco er professore che sse (3) prestaa sserví da scirúsico a la ggentepe ttré cquadrini, (4) e a tutti ggentirmenteje cura er male der dolor de testa.Ma nnò a mman manca, nò: ll’antro a mman dritta.Quello ar ziconno posto è ll’ajjutante.La proscedenza aspetta a Mmastro Titta. (5)Volete inzeggnà (6) a mmé cchi ffà la capa? (7)Io cqua nun manco mai: sò ffreguentante;e er boia lo conosco com’er Papa.Note:1. Per ponte, detto così assolutamente, intendesi il ponte S. Angiolo. La piazza sulla quale esso si apre è uno dei luoghi ove si eseguisce la giustizia contro i malfattori.2. È vicina.3. Si.4. Molto ben pagato è il carnefice, ed in qualunque servizio del suo mestiere gode di varii e bei profitti. Si vuole però che l’atto della uccisione del paziente siagli pagato tre quattrini, cioè 3 centesimi della lira romana (il papetto), a dimostrare la viltà dell’opera.5. Ogni carnefice è dai romani chiamato Mastro Titta.6. Insegnare.7. Capo, detto qui capa alla napolitana.Giuseppe Gioachino Belli29 agosto 1835(Sonetto 1607)