Quid novi?

Madrigali di G.B.Pigna


Giovan Battista Pigna (1529-1575)1Sì come il ciel s'ingemmaCon le sue luci d'oro,Così dal bel tesoroIl ben di Dio qua scopre in una gemma.Quest'è quel prezioso neo gentile,Ch'amor dal suo focileTrasse da l'alto chiostro,E il saettò nel dolce viso vostro;E indi abbaglia e prendeOgni amator che gli occhi suoi vi stende. 2Uscendo questa, che cotanto luce,A rischiarar omai la nostra luce,Vi fur d'intorno i pargoletti AmoriChe le facelle accese,Tratti dal ben, ch'in lei Dio mandò fori:Chi a gli avori, chi a i soli,E chi a le perle e a i rubin s'attese;E mentre questi i voliA sì gioiosa parte in fretta tese,Da gli ardenti licoriLà sopra il labro una tra l'altre stillePercossa l'ebbe: e un neo spumò dal foco;Che da quel dolce locoAmorose invisibili favilleVersa tra riso e gioco,Inamorando i cori a mille a mille. 3Quasi leggiadre bendeDianzi a lume tranquillo,Copron le membra l'alma, ond'io sfavillo.E sì candida spogliaHa questa viva luce,Ch'a gli occhi miei traluceSua chiusa, aperta, onesta, atroce voglia;E nel terrestre veloM'asconde e mostra il cielo. 4Credete voi che mai celar possiateL'interna aspra beltateCon la celeste che di fuor mostrate?Natura non intendeCoprir, sotto lo scudoDe le corporee, anzi divine bende,Diaspro, che forma il cor, lucido e crudo.Da l'empio arciero ignudoQuesto consiglio pende:Vuol che l'amante a sì vive bellezzeVisibil morte apprezze. 5La dipartita è amara:Ma perch'è dolce e caraLa giunta del ritorno,Da l'infelice giornoDe la partenza riaNasce la gioia mia. 6Il rugiadoso improntoDel cerchietto vermiglioDi rose fresche nate in paradiso,Mentre nel dolce visoDel leggiadretto figlioDolcemente splendea,Trassemi un bacio a la dolcezza rea:Perché sotto ascondeaFoco d'amor cocente,Che, più occulto, più strugge e men si sente. 7Vago e lucente filo,Che madonna dal mio trasse al suo petto,E la catena in mezzo avinse stretto,Ah, come il cor m'annodiSul sen che baci e godi!Ella nel sen internoParte sentisse del mio laccio eterno!Filo vago e lucente,Ch'hai le mie luci spente,Perché almen in tua veceFormar quel nodo a l'alma mia non lece?Giovan Battista Pigna (1529-1575)