Quid novi?

Er ciclista


Er ciclistaNu' la capisco mica 'st'espressione,comincia 'n po' a ccontà d'aleffe (1) a dduae vvedi de nu' smette, tacci tua!Te gratti, si tte rode er chiccheróne, (2)senza che te sbomballi (3) le persone,ché ognuno cià li cavolacci suae nu' stà a ppiagne e a ddì che ccià la bbuaindò' se trova e in tutte l'occasione.Le maniche ce l'hai pe' rimboccalle,perciò datte da fà, le cose ggiustenisuno te le serve calle calle,sei tu che tte le devi guadambià.Le strade pônno esse larghe o angustee, si vvôi vive, devi pedalà.Note:1) Uno. Da "aleph" nel "linguaggio dei birbi" riportato da Giggi Zanazzo in Usi, costumi e pregiudizi del popolo di Roma (Parte VI. Saggio di vecchie parole del Gergo dei Birbi, pagg. 191-204).2) Ano (sempre nel "linguaggio dei birbi"; vedi nota precedente).3) Sbomballare = rompere, frantumare.Traduzione (libera):Non comprendo codesta espressione, comincia a contare da uno e due e vedi di non smettere, accidenti ai tuoi defunti! Grattati, se provi forte prurito all'ano,senza tediare le persone, poiché ognuno ha i suoi problemi ed evita di lamentarsi insistentemente in ogni occasione mettendo in piazza i suoi presunti crucci.Hai la possibilità di rimboccarti le maniche e darti da fare, poiché nessuno lavora al posto tuo e ciò che ti spettasei tu che devi guadagnartelo. Nella vita si imboccano strade larghe e strade strette e tu devi percorrerle tutte e comunque sino in fondo.Valerio Sampieri5 novembre 2015