Quid novi?

Adone Finardi


La merenna, ovvero la Pizza de pulentaCosa dite voi compareCh’è robbaccia la pulentaMa de chene, ma ve pare,Che gnissuno nun ve senta.Vanno fino li Signoria trovà li friggitoriPe crompallaPe magnallaCalla callaCalla calla.Ah va bì! n’ho pochi vistiDe sti bravi bontonistiColla sgrinfia incincinnataIncerchiata, strabottata,Verso sera ad un par d’oreSta davanti ar friggitoreE ci ho pure, ci ho slumatiL’avvocati,Li scenziati,Li marchesi e li dottori,L’architetti e li pittoriA fa pugni a fa insinentaPe pijasse la pulenta.Adone FinardiNota di Giulio Vaccaro ("Intorno al Belli", in Il 996, anno XII,num. 3 - sett.-dic- 2014 - pp. 69-80):A. FINARDI, Er mago de Borgo. Lunario per l’anno 1861, Roma, s.e., 1860, p. 3. L’interesse del componimento è, più che altro, lessicale: si notino, per esempio, il francesismo bontonista ‘elegantone’ (per cui cfr. F. RAVARO, Dizionario romanesco, Roma, Newton Compton, 1994, s.v., senza documentazione, ma presente in Chiappini), già lemmatizzato per il veneziano nel 1829 da G. BOERIO, Dizionario del dialetto veneziano, Venezia, Santini, 1829, s.v.; e relativamente ben diffuso alla metà dall’Ottocento, tanto da entrare persino nel Lessico della corrotta italianità, di P. FANFANI e C. ARLÌA, Milano, Carrara, 1877, s.v.; sembrerebbero hapax in ambito romanesco anche i successivi incincinnata (più probabilmente ‘incoronata come un Cincinnato’ - come nell’accezione di I. ZAULI SAJANI, Clelia, ossia Bologna nel 1833, s.l., s.e., 1844, p. 88: «la donna [...] viene innanzi di bei nastri incincinnata» - che ‘stropicciata, incincignata’); incerchiata ‘agghindata’ (già nella Donna volubile di Goldoni, atto II, scena VII «se fossi andato al mio paese con una moglie incerchiata e piena di vetri al collo»; cito da C. GOLDONI, Tutte le opere, a c. di G. Ortolani, Milano, Mondadori, 1939, III, p. 979); l’altrimenti ignoto strabottata. Notevole anche slumà(re) ‘vedere’, ben documentato per l’Ottocento in area emiliana: cfr. almeno per Parma I. PESCHIERI, Dizionario parmigiano- italiano, Borgo San Donnino, Vecchi, 1836, s.v. slumar e C. MALASPINA, Vocabolario parmigiano-italiano, Parma, Tip. Carmigiani, 1856-1859, s.v. slumar ; per Modena, E. MARANESI, Vocabolario modenese-italiano, Modena, Soliani, 1893, s.v. slumer; per Bologna, il lemma compare per la prima volta in G. UNGARELLI, Vocabolario del dialetto bolognese, Bologna, Zamorani e Albertazzi, 1901, s.v. slumaer ; in realtà già in C. CORONEDI BERTI, Vocabolario bolognese italiano, Bologna, Monti, 1869-1874, s.v. lumar è presente un rinvio a slumar, ma la voce è poi assente.