Quid novi?

Scastagnà e scantinà


"Scastagnamo ar parlà, ma aramo dritto - L'epistolario tra Giuseppe Gioachino Belli e Jacopo Ferretti", a cura di Marta Ferri, Editore Il Cubo (pp. 338 - euro 30) riporta un passo di una lettera, del 24 aprile 1841, di Giuseppe Gioachino Belli ad Amalia Bettini. In essa il poeta, nel rappresentare come egli si sgomentasse fino al silenzio, allorché si trovava a parlare in pubblico, riporta un gustoso aneddoto, della cui storicità è peraltro lecito dubitare. "Un navigatore espose sul molo di Napoli un perrocchetto di straordinaria eloquenza e lo vendette per cento ducati. Trovatosi presente al mercato un certo furbo di lazzarone che avea seco un pollo-d'india, fecesi tosto a gridare: Neh! Cristiani! accattateve chiss'auciello raro. - Quanto ne pretendi?, gli dimandò il compratore del perrocchetto.- Ciento ducati, rispose il lazzarone. - Pazzo! Per un gallinaccio?! - E ggnossì. N'avite pa­vato ciento pursì pe cchill'àuto? - Ma quello parla. - E chisso pienza. - E che pensa?- Pienza i ccose che chill'àuto dice. [...] La Marchionni è partita, ed io non l'ho neppur co­nosciuta. Da Ferretti ci vo capitando di giorno: la sera sto a casa. Eppoi, se fossi anche intervenuto a qualcuna delle soirées date dal Ferretti in di lei onore, non avrei forse fatto che vederla ed udirla, perché in simili circostanze io mi rintano in un cantuccio e non parlo mai. La gioia di una conversazione non mi dà invidia, ma mi rattrista, mi sbigottisce, e mi riduce fino alla incapacità di aprire la bocca. Per non rappresentare dunque la parte de' chillo che ppienza, mi astengo dall'associarmi a chillo che parla".Scastagnà, secondo il Dizionario romanesco di Fernando Ravaro (Newton Compton, 1994-2010), significa "uscire dalle regole, deviare dalla retta via. Il dizionario,  nel riportare la pronuncia "sscasstaggnià", riporta un cospicuo numero di esempi letterari: 1) Berneri - Colui va scastagnanno et assai duro; 2) Belli - Scastagnamo ar parlà, ma aramo dritto (Endecasillabo che non appare nei Sonetti, ma che il Poeta aveva intenzione di usare come titolo); 3) Zanazzo - Sinnò oggi scastagno.Più ampia è la descrizione data dal Vocabolario Romanesco Belliano di Gennaro Vaccaro (Il Cubo, 1995, riproduzione del testo del 1969) che, nell'indicare l'etimologia (v. denom. da castagna, marrone, errore, con prefisso sottrattivo s), offre le definizioni: scantinare; deviare; Eludere la difficoltà. Quanto alle citazioni letterarie, più articolata è la menzione del testo del Berneri (Meo Patacca, VII, 95): Colui va scastagnanno et assai duro Gli par, che sia da rosicà quest'osso. Per quanto riguarda la citazione del Belli, il Vaccaro specifica che la locuzione costituisce "la traduzione stupenda e personalissima del verso di Marziale (Epigrammi, 1, 5, 8) 'Lascivia est nobis pagina, vita, proba', che egli attribuì erroneamente ad Ausonio in una sua lettera del 4 gennaio 1832 a Giacomo Ferretti. Sinonimo di scastagnà è "scantinà" (derivante da "cantino", corda della chitarra: "Eppuro va'! quer benedetto Muccio Jeri me fece scantinà in cappella", vale a dire "mi fece rispondere per le rime"; il sonetto è il numero 2225 "La bona vecchiarella").