Quid novi?

Olimpia Malipiero 3


6.Arte, e natura in voi spirto gentileArte, e natura in voi spirto gentile, Per ornarvi di pregio alto e immortale Posero ogni opra, e vi produsser tale, Ch'altra à voi non fù mai, ne fia simile.Che nel vago sembiante honesto, humile, Vostro mirando, altrui scorge ben, quale Sia la via, ch'erge al cielo, e con quali ale S'allontani dal vulgo errante, & vile.Talche felice à tutti giorni, & l'hore Dirassi questo almo fiorito nido, Del bel paese Tosco eterno honore.E di voi con famoso, e altero grido Francesca Illustre s'udirà il valore Cantar dal nostro al piu lontano lido.Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p. 132. 7.Cosi benigno il cielo, & ogni stellaA M. Lodovico Domenichi. Così benigno il cielo, & ogni stella Si mostra à me nel varcar di quest'onde, Et Triton, che pur fugge, & si nasconde, Scacci co'l dolce suon l'altra procella:Et à questa mia stanca navicella sgombri la nebbia, che d'ambe le sponde La cinge; & porga à miei desir seconde Eolo l'aure in questa parte, e in quella.E di Triton l'amica homai sia desta Et lieto in Oriente si dimostri, Febo, & mi scorga à l'alme mie contradeSi come in voi, Domenichi, s'inesta Tal' e tanto saper, ch' à gl'anni nostri Porterà invidia ogni futura etade.Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p. 145. 7.aRisposta di M. Lodovico Così la sorte vostra iniqua, & fella, Che tanto suo veleno in Voi diffonde, Pentita, & stanca homai v'ami, & seconde Veine veramente honesta, & bella; Come lantica etate, & la novella Se stessa a sol pensar di Voi confonde; Si dolcemente al bel volto risponde Lanima vostra di virtute ancella. Cosi al buon padre vostro honore, & festa Faccia la patria, & gli dia gliori, & gliostri Debiti al molto suo senno, & bontade;Come il vedervi a si gran torto mesta, Et versar non men lagrime, che inchiostri, Mi mette sempre in cor di Voi pietade. Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p. 145. 8.D' un lustro un terzo è gia passato interoD' un lustro un terzo è gia passato interoChe da te lungi, e mesta ognor soggiorno,Vinegia mia, ne mai visto ho più giornoDa indi in qua, se non malvagio, e fero.Come affannato in mar, stanco nocchiero,Cui stringa oscura notte d' ogn' intorno,Brama di pigliar porto, e far ritornoAl desiato suo, dolce emisfero:Tal' io vorrei l' altrui lido lasciare,E il dubbio navigar delle trist' onde,Ed in te, amata patria, il cor posare.Onde mai sempre liete aure seconde,Prego, mi scorgan fide al dolce mare,Che felice ti cinge ambe le sponde.Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p. 143. Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 1, p. 219.9.Del sommo eterno Re la fida SposaDel sommo eterno Re la fida SposaDeposta ogni letizia, e canti, e feste,Umile oggi si mostra in brune veste,E ver noi dice con voce pietosa:Mirate, figli miei, come ogni cosaPassa, quasi ombra, e più non si riveste,Abbiate al Ciel le voglie attente, e preste,Ove ogni vero ben ferma, e riposa.Nè v' inganni mortal gloria caduca,Non regni, non tesor, pompe, o bellezza,O finti brevi, fuggitivi onori.A levarvi da terra omai v' induca,Che in questa si risolve ogni grandezza;Ch' io segno in fronte, e voi segnate i cori.Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p. 140. Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 1, p. 221.Ronna, Antoine, ed., Parnaso italiano. Poeti Italiani Contemporanei Maggiori e Minori Preceduti da un Discorso preliminare intorno a Giuseppe Parini e il suo secolo Scritto da Cesare Cantù (Paris: Baudry, 1847), p. 1013. 10.Dunque son pur d' Irene i lumi spentiDunque son pur d' Irene i lumi spenti,Che accendevano l' alme all' alte imprese?Dunque n' è il riso, il canto, e quel corteseParlar tolto? empia stella, a che il consenti?Dunque son svelti i crin crespi, e lucenti,E alla terra i rubin, le perle rese?Dunque, morte crudel, le insidie hai teseA lei per lasciar noi mesti, e dolenti?Ahi, che ben scorsi questa alma beata,Dove l' immortal gloria era nascosta,Non poter abitar, molto fra noi.Che Dio la volle, e ne' bei regni suoi,De' rai del Sol, di stelle incoronata,Donde dianzi la trasse, or l' ha riposta.Atanagi, Dionigi, ed., Rime di diversi nobilissimi, et eccellentissimi avtori, in morte della Signora IRENE delle Signore di Spilimbergo (Venice: Domenico & Gio. Battista Guerra, fratelli, 1561), p. 143. Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 1, p. 222.