Quid novi?

Olimpia Malipiero 4


11.Felice Irene, che 'l superno chiostroFelice Irene, che 'l superno chiostroAllumi co ' l tuo novo alto splendore;E lasci il mondo in tenebroso horrore,Ch' ornasti già d' altro che d' oro, & d' ostro;Onde cagion eterna il secol nostroHa di pianger dolente a tutte l' hore;E che l' invitto tuo santo valoreIn ogni parte sia additato, & mostro;Deh se pietà giamai ti strinse il petto;Deh per l' alme virtuti amiche, & sole,Ch' alla strada del ciel ti furon scorte;Prega per noi l' eterno, & vivo Sole,Che qui lasciando ogni terreno affettoL' orme di lui seguiam sicure, e corte.Atanagi, Dionigi, ed., Rime di diversi nobilissimi, et eccellentissimi avtori, in morte della Signora IRENE delle Signore di Spilimbergo (Venice: Domenico & Gio. Battista Guerra, fratelli, 1561), p. 142. 12.Giovane illustre, da celesti choriGiovane illustre, da celesti coriQuì tra noi scesa sì leggiadra, e bella,Di virtù ornata, e carca di tesori,Che alluma il Mondo, come viva stella.Ne più si vide in questa etade, o in quellaBellezza senza par, divin splendori,Onesti sguardi, angelica favella,Porser le grazie in lei tutti gl' onori.Cogl' altri morte a tanta gloria attenta,Mirò l' andar celeste, e disse; maiCosa rara qua giù durar non suole.Così detto, avventò colpo, che spentaFe l' alma luce di quei chiari rai,E privò il Mondo del suo vivo Sole.Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p. 133. Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 1, p. 217.13.Hai lasse, che per sempre sconsolateHai lasse, che per sempre sconsolate, Triste rimaste siam, colme d'affanni. Et hai perche nel piu bel fior de gl'anni Chiudesti à noi le luci tue beate?Hai che troncata, & svelta è ad ogni etate, L'alta sua gloria, hai de gli aurati panni Che farem noi, che con si dolci inganni, Lasciasti senza te noi sfortunate?Donne, deh non turbate il mio riposo, Mirate il cielo, ove io son lieta, e bella Adorna del celeste, e immortal sposo.Fummi à l'uscir di si grave procella Del viver di la giù tanto noioso, Amica Morte, e non malvagia, & fella. Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p. 135. 14.Hoggi 'l celeste Pelicano il petto Hoggi 'l celeste Pelicano il petto Sacro s'aperse, & die co'l sangue vita A figli, & hoggi la bontà infinita ci die 'l gran saggio del suo smor perfetto;Hoggi nuova Fenice arse d'affetto Amoroso nel legno, hoggi sbandita Fù morte & hoggi la gratia smarrita Trovò mercede nel divin conspetto.Vero hoggi cigno si mostrò co'l canto Dolce & estremo, ch'à pietà commosse Il ciel, la terra, gli elementi, e'l mondo;Hoggi è quel Serpe celebrato tanto, ch'in Lui mirando del nemico scosse Fur l'empie forze, & ei tratto al profondo.Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p. 141. 15.Il sommo Rè del Ciel, l'eterno GioueIl sommo Rè del Ciel, l'eterno Gioue Ne l'alta mente sua formato hauea Tra mille, & mille la più Idea, Che fosse frà l'antiche, ò fra le nove:Quando mirando à le superbe proue Del vitio, che lo scettro in man tenea Del cieco Mondo si, ch'ei non scorgea Dal torto il dritto, ond'ogni ben si moue;Per non lasciar perir l'humana gente, E uolendo osservar l'antico patto Scacciando il fero, e periglioso mostro;La bella Idea nel viso almo e lucente Di questa inclita Donna al Mondo hà mostro, Che 'l volgo dal camin torto hà ritratto.Ed. Sammarco, Ottavio, Il tempio della divina Signora Donna Geronima Colonna d'Aragona (Padova: Lorenzo Pasquati, 1568), p. 93v.