Quid novi?

Cacatóre


CacatóreCacatóre. Luogo appartato, che, correttamente, benché sempre con poca decenza, si dovrebbe dir cacatoio. Un Monsignore romano, noto ai filologi per il suo rigorismo in fatto di lingua, sorpreso per via da una necessità corporale, corse a una casa vicina dove abitava un suo amico, e picchiò all'uscio violentemente. Andò ad aprirgli un servitore. Questi vedendo che il pover uomo si contorceva e si sbottonava le brache capì subito di che si trattava e "venga", gli disse,"venga, Monsignore: ecco qui il cacatore". Benché il momento fosse terribile, il purista non potè tenersi dal correggere lo sproposito: "Il cacatoio", gridò "Il cacatoio, bestia, il cacatore so' io". Ma la parola scorretta seguita sempre ad usarsi a dispetto del buon Monsignore.C'è qui in Roma una strada, quella che dalla Piazza della Rotonda conduce alla Via della Palombella, la quale, prima di essere allargata com'è al presente, era chiamata comunemente "Il cacatore di Fea". Essa prese questo nomignolo perché l'Abate Fea, Commissario delle antichità romane avendo fatto demolire alcune casupole addossate da quella parte al fianco del Pantheon in vicinanza del portico, offrì al volgo malcreato la comodità di far quivi le proprie occorrenze. In memoria di ciò fu applicato alla detta strada il seguente distico maccaronico che è una variante di quello composto da Nicolò Franco per le latrine Vaticane: Carolus hic Fea ventris miseratus onusti - Hoc ad cacandum nobile fecit opus.Filippo ChiappiniDa: Vocabolario romanesco, Roma, Il Cubo, 1992