Quid novi?

Olimpia Malipiero 6


21.Lascin le Muse il lor gradito cantoLascin le Muse il lor gradito canto;Vestan al duol conforme anco il colore:Secchisi d' Hippocrene il vivo humore:Et versi Febo un largo mar di pianto.Spoglisi il mondo del suo verde manto:Sterpisi da radice ogni herba, & fiore:Spenga il Sol quanto ha in se luce, & splendore:E ' l ciel fosco divenga in ogni canto.Pianga natura l' opra unica altera,Che sovra ' l suo poter fè si perfetta,A un colpo svelta di mort' empia, & fera.Ne speri Italia homai più gloria intera:Poi ch' al partir di qui l' anima elettaD' Irene, ha fatto a noi perpetua sera.Atanagi, Dionigi, ed., Rime di diversi nobilissimi, et eccellentissimi avtori, in morte della Signora IRENE delle Signore di Spilimbergo (Venice: Domenico & Gio. Battista Guerra, fratelli, 1561), p. 144. 22.Lieta gioisci homai securamenteLieta gioisci homai securamente Ne piu temer del Franco, ò del Hispano Poi che congiunta al gran duce Toscano Hor Ferrara, ti sei si saldamente,Cessi l'ira e 'l furor, cada ogni ardente Desio di guerra, ò sia mai sempre in vano; Che da duo invitti cor tratt' è di mano La spada à Marte, & ei reso impotenteCh'il santo nodo non pur teco unire Deve Fiorenza in sempiterna pace, Ma Italia tutta, & l'uno & l'altro regno.Tal fù del gran motor l'alto disegno, Nel quale ogni alma lieta si compiace, Onde l'Arno superbo, e il Po veggio ire.Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p. 144. 23.Malvagi venti, & da trista radiceMalvagi venti, & da trista radice Mossi, soffan ver noi rabbia, & veleno, Ma'l saggio petto di giudicio pieno, Da colombi discerni la cornice.Ahi progenie maligna, & infelice, Che d'ogni mal' oprare ha colmo 'l seno, E à guisa di destrier, ch'è senza freno Si lascia trasportar' ove non lice;Ma miri ben, ch'il ciel tutt'ode, e vede; Ch'il muglio di Perillo rinovare Non forse voglia in loro, & bene sia.Che troppo alto erra qualunque si crede, Del gran COSMO l'orecchie penetrare, Con dissonanze, in vece d'Harmonia.Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p. 138. 24.Mentre il corso fatal non cessa ancoraMentre il corso fatal non cessa ancoraCome sperar poss' io tranquillo ' l Mare,Se fatta son qual scoglio all' onde amare,Che d' ogn' intorno, è più percosso ognora.Se l' istabil variar mi discolora,Che piu luce non scorgo, e non appareSegno, ove Morte non abbia a troncareLo stame, che s' è saldo piu m' accora.Abiti dunque, antica Madre, il velo,E tu, vero Signor, se il prego è degno,Prendi lo spirto, che venir desia:E se d' errori carco, al tuo bel regnoVarcar non puo, rammentati, che al CieloSalisti, per aprire a noi la via.Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p. 140. Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 1, p. 218. 25.Mentre la luce ne la luce l'almaMentre la luce ne la luce l'alma Per mirar s'erge, da terreno il lume Resta impedito si, ch'in nuove piume Brama cangiar questa noiosa salma.O vera sempre eterna fida, & alma Via, che ci inviti à quel celeste fiume, Dove troppo erra chi in altra presume Ritrovar di salute pregio, ò palma.Empireo Rege, il cui decoro è tale, Che l'Angeliche menti il tuo splendore In se mirando accese, e in dolce foco.Leva ancor noi nel tuo soave odore, Onde giu caschi ogni desir mortale, Et tosto; che 'l qui star, fia breve, & poco.Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p. 142. 26.Per mostrar quì del cielo il gran MotorePer mostrar quì del cielo il gran MotoreL' alto poter, l' eterna sua bontade;Mandò d' Irene in questa nostra etadeL' infinito, divino, almo splendore.Dunque apparisca in ogni parte foreQuanto senno, valore, & honestadeSian ricchi fregi: & sian dirite stradeD' ergersi ad immortal seggio d' honore.Che mentre ella qua giu visse fra noi,Sgombrò di vitij ogn' atra nebbia oscuraCo i raggi ardenti del bel viso adorno.O destin fero: in poca sepolturaMorte hor la chiude: & ne l' eterno giornoL' alma salì su ' l fior de gli anni suoi.Atanagi, Dionigi, ed., Rime di diversi nobilissimi, et eccellentissimi avtori, in morte della Signora IRENE delle Signore di Spilimbergo (Venice: Domenico & Gio. Battista Guerra, fratelli, 1561), p. 143. 27.Poi che quella crudel, ch' il Mondo atterraPoichè quella crudel, che il Mondo atterraVittoriosa fè da noi partita,Rimase quella faccia scolorita,Che ornò già il Mondo, or picciol sasso serra,Di doglia oscurò il Sol, tremò la Terra,Restò Natura mesta, e sbigottita;Mostrossi l' aria, e la Luna smarrita,E ogni splendor, che il Cielo a noi disserra.Virtù, grazia, bellezza, e leggiadriaCon onestate, ove le belle membraGiacean, s' assiser lagrimose, e meste;O luce, a cui non fu mai par, nè fia;Triste fra se diceano; Or chi si smembraDal nostro albergo angelico, e celeste?Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p. 135. Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 1, p. 217. 28.Poscia, ch' à me si mostra iniqua tanto Poscia, che a me si mostra iniqua tantoMalvagia sorte, e ria,Che l' alma Patria miaMi cela, e in vece ognor di riso, e cantoVerso sì grave pianto,Ch' io spero nel serenoEmpireo ei s' erga al mio Signore in seno;Onde pietà gli tocchi,Prima, che morte a me chiuda quest' occhi.Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p. 145. Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 1, p. 220. 29.Privo di stelle 'l cielo, & del mar l'onde Privo di stelle 'l cielo, & del mar l'onde Cangiar vedransi tutti in pietra dura, E al dolce tempo l'aura fresca, & pura, Foco, & fiamma spirar d'ambe le sponde;Et alla terra i fior, l'herbe, & le fronde Mancare, il di mutarsi in notte oscura, E gli elementi variar natura, Et qui nove produr piaghe profonde;Gl'augei, le fiere, gl'huomini, & gli Dei Cieci di mente, e co' desiri ingordi L'un l'altro roder senza restar mai,E'l mondo tutto in sempiterni guai Vedrassi, e giunto 'l fin de giorni miei, Pria che Minia gentil di voi mi scordi.Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p. 138. 30.Qual velenata rabbia, ò qual reo mostroQual velenata rabbia, ò qual reo mostro Turbato ha il core, & quella fede scossa, Et dal seggio suo vero spinta, ò mossa L'intera verità del secol nostro?O qual nuovo Orione hoggi s'è mostro A velar l'aria con si estrema possa? Chi di bontade snerva 'l lume à l'ossa, Che mentre splende, vince gemme, ed ostro?Poggi pur per lo ciel Bellorofonte Con l'alato destriero, & l'aria Frisso Scorra co'l mare, & penetri le stelle:ch'altre piume, altra gloria, e d'altro fonte Muove hora, sparge, & erge, se prefisso Nostro forse destin non lo divelle.Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p. 139.