Quid novi?

Se n’è ito


Se n’è itoHai sentito eh? ppovero Titta er greve, (1)povera nun zia l’anima! ha spallato. (2)Ma! un giuvenotto da potesse bbevedrento in un bicchier d’acqua, (3) eh? cche peccato!Inzinenta dar giorno de la nevese portava un catarro marcurato (4)e Ssan Giacinto (5) te l’annò a rricevein d’un fonno de letto ggià appestato!Da ’na gnagnera (6) a un’antra, stammatinain zanitate rospite, (7) bz!, (8) è mmortopien de decùpis (9) dereto a la schina. (10)A quiniscióra (11) fanno lo straporto (12)der corpo in forma-papera: (13) e ggià Nninase fa vvéde a bbraccetto (14) co lo storto.Note:1 Greve: che affetta imponenza.2 È morto.3 Chi ha molta salute e floridezza, è indicato dal volgo con questa espressione.4 Malcurato.5 Nome di una corsia dell’Ospedale di S. Spirito, dove sono ricevuti i tisici.6 Febbricciattola.7 Insalutato hospite, cioè: «all’improvviso».8 Suono del bacio, per indicare cosa fatta.9 Decubiti. Le piaghe prodotte dal decubito sono anche esse qui dette decubiti.10 Schiena.11 Quindici ore.12 Trasporto.13 In forma pauperum.14 Sotto al braccio, ecc.Giuseppe Gioachino BelliTerni, 28 settembre 1830 - De Pepp’er tosto(Sonetto 63)Commento:Tit. 'Se ne è andato', cioè 'è morto'. 2 ha spallato: lett. 'ha sballato', dal gioco delle carte. 3 potesse bbeve : potersi bere. 5 'Fin dal giorno della nevicata'. 8 'in fondo a un letto già infetto!'. 9 gnagnera: «una febbretta che torna ogni giorno» (Chiappini). 11 dereto: dietro. 12 quinisciòra: le otto del mattino. Nell'Ottocento le ore si contavano a partire dal tramonto, indicato dai rintocchi dell'avemaria.(Da: "Giuseppe Gioachino Belli - Sonetti erotici e meditativi". A cura di Pietro Gibellini. 2012 Adelphi Edizioni S.p.a. Milano, pag. 67)