Quid novi?

La mala fine


La mala fineAhó Cremente, coggnosscevi Lalla (1)la mojje ch’era de padron Tartajjaprima cucchiere e ppoi mastro-de-stallade... aspetta un po’... der Cardinàr-Sonajja? (2)Bbe’, gglieri, all’ostaria, pe ffà la galla (3)e ppe la lingua sua che ccusce e ttaja,buscò da n’antra donna de la bballa (4)’na bbotta, sarv’oggnuno, all’anguinajja.A ssangue callo (5) parze (5a) ggnente: abbasta, (6)quanno poi curze er cerusico Mori,je sc’ebbe da ficcà ttanta (7) de tasta.Sta in man de prete mó ppe cquanto pesa: (8)e ssi (9) la lama ha ttocco l’interiori,Iddio nun vojji la vedemo in chiesa.Note:1 Adelaide.2 Del Cardinal Della Somaglia.3 Il far la galla equivale pe’ Romani al «far la civetta».4 Dello stesso calibro, della medesima condizione.5 Caldo.5a Parve.6 Peraltro.7 Così dicendo si indica la misura sul dito.8 Questa espressione indica uno stato di vita così incerto e vacillante, come l’equilibrio di una bilancia che accenni a uscir di bilico.9 Se.Giuseppe Gioachino BelliTerni, 29 settembre 1830 - De Pepp’er tosto(Sonetto 64)Commento:4 Sonajja: Giulio Maria della Somaglia, già segretario di Stato di Leone XII. 5 gglieri: ieri. 8 'un colpo (di coltello) all'inguine, sia salvo ognuno', cioè 'Dio ne scampi'. 9 'Al momento (ma anche in senso lett. 'a sangue caldo') parve una cosa da nulla'. 10 -11 'quando poi accorse il chirurgo Mori, le ci dovette ficcare tanto di tasta', cioè 'sonda', ma qui 'tampone' per fermare l'emorragia. 13 -14 'e se la lama ha toccato l'intestino, Dio non voglia, la vediamo in chiesa', per il funerale.(Da: "Giuseppe Gioachino Belli - Sonetti erotici e meditativi". A cura di Pietro Gibellini. 2012 Adelphi Edizioni S.p.a. Milano, pag. 68)