Quid novi?

Glossarietto 3


Nuovo Glossarietto (circa 40 termini nuovi), realizzato con gli otto sonetti già da me pubblicati:Belli, T1-0062, Se ne vaBelli, T1-0064, La mala fineMario Ferri, Perduto amore...Trilussa, L'antiquarioTrilussa, Li burattini - ITrilussa, Li burattini - IITrilussa, Li frammassoni de jeri - ITrilussa, Li frammassoni de jeri -IIGlossarioAbbastaPeraltro (Belli) Bastare, essere sufficiente [Ravaro]Belli, T1-0064, La mala fine: "’na bbotta, sarv’oggnuno, all’anguinajja. // A ssangue callo parze ggnente: abbasta, / quanno poi curze er cerusico Mori,"Ammalapena cheNon appenaTrilussa, Li burattini - I: "ch'è mosso da la mano der destino; // ma ammalappena ch'er burattinaro / se stufa de tenello in movimento,"Anguinaja(lat. inguinalia, neutro pl. deriv. dall'agg. inguinalis, con sost. della sillaba iniziale in- con an- per assimilazione) n.f. Inguine (come in Dante, Inf., XXX, 50) [Vaccaro Ge, Voc.Rom.Bell.]Belli, T1-0064, La mala fine: "buscò da n’antra donna de la bballa / ’na bbotta, sarv’oggnuno, all’anguinajja. // A ssangue callo parze ggnente: abbasta,"A pennolonePenzolone. (Trilussa). Sospeso superiorment, libero di oscillare, di dondolare. [Ravaro]Trilussa, Li burattini - II: "ar prete che je dà l'assoluzzione, / mentre l'eroe rimane a pennolone / vicino a li nemmichi ch'ha ammazzato."A ssangue callo'Al momento (ma anche in senso lett. 'a sangue caldo') parve una cosa da nulla'. (Belli)Belli, T1-0064, La mala fine: "’na bbotta, sarv’oggnuno, all’anguinajja. // A ssangue callo parze ggnente: abbasta, / quanno poi curze er cerusico Mori,"Bast’a ddíBasta dire. '(per capire) che non potrebbe essere assistita meglio, basta dire che viene perfino il medico del rione'. [Gibellini]Belli, T1-0062, Se ne va: "Oh, cquer che ssia la cura, va bbenone. / Bast’a ddí ssi ppò mejjo esse assistita, / che vviè er medico inzino dell’Urione."Bona notte, Gesù, ché l'ojo è caro!Finisce la commedia: dalla frase attribuita ad uno scaccino assai economo nell'atto di spegnere la lampada della chiesa. [Trilussa]Trilussa, Li burattini - I: "se stufa de tenello in movimento, / bona notte, Gesù, ché l'ojo è caro!"BottaColpo, percossa, urto; detonazione, esplosione; battuta ironica od offensiva [Ravaro]Belli, T1-0064, La mala fine: "buscò da n’antra donna de la bballa / ’na bbotta, sarv’oggnuno, all’anguinajja. // A ssangue callo parze ggnente: abbasta,"Ce lo rimettoLo perdoTrilussa, L'antiquario: "così quer che guadambio ne l'Impero / ce lo rimetto sul Rinascimento. // E 'sto sofà barocco je finisce?"CoggnosceviConoscevi (lat. cognoscere)Belli, T1-0064, La mala fine: "La mala fine /// Ahó Cremente, coggnosscevi Lalla / la mojje ch’era de padron Tartajja"ConfusioneInfusioneBelli, T1-0062, Se ne va: "Anzi jjerzera j’ordinò ddu’ dita / de re-bbarbero messo in confusione / drento un cucchiar d’argento d’acquavita."CuccomoCuccumo. Bricco. Eufemismo per deretano, sedere [Ravaro]Trilussa, L'antiquario: "pe' trentacinque franchi? Ah, no davero! / Manco se fosse un cuccomo d'argento! // Se lei me se pijasse er paravento"De la bballaDello stesso calibro, della medesima condizione. (Belli)Belli, T1-0064, La mala fine: "e ppe la lingua sua che ccusce e ttaja, / buscò da n’antra donna de la bballa / ’na bbotta, sarv’oggnuno, all’anguinajja."FinischenoFinisconoTrilussa, Li burattini - II: "Li burattini, doppo lavorato, / finischeno ammucchiati in un cantone, / tutti in un mazzo, senza fa' questione"FramezzoIn mezzo, fra, tra [Ravaro]Trilussa, Li burattini - II: "e, unito ner medesimo pensiero, / pare che puro er Re, framezzo ar mazzo, / diventi democratico davero!"FrammassoniTrilussa, Li frammassoni de jeri -I: "cór sacco su le spalle e er grugno nero? / Ma che! È lo stesso de li frammassoni. // So' muratori, sì, ma mica è vero"Trilussa, Li frammassoni de jeri -II: "ma gira gira è sempre er Padreterno, / ne viè ch'er frammassone va ar governo, / ce trova er prete e ce rimane eguale."FrascicheFradice (Belli). Bagnate, marce, andate a male. Il vocabolo si usa anche come avverbio, con il significato di: moltissimo, a dismisura, senza limiti. Dal.lat. fracidus [Ravaro]Belli, T1-0062, Se ne va: "Co ’na scanzía nell’ughela, e co ttutte / le tonzíbbile frasciche ggiú in gola, / povera Checca! nun pò dì pparola"GammautteBisturi ricurvoBelli, T1-0062, Se ne va: "povera Checca! nun pò dì pparola / si jje la vôi caccià ccor gammautte. // Fa ll’occhi luschi, tiè le labbr’assciutte,"GglieriIeri (arc.) Voce del dialetto giudaico-romanesco, ricorrente nell'opera del Belli, a dimostrazione della sua presenza e influenza sul romanesco (cfr. "jeri": - Dal lat. heri. Dalla concrezione dell'avverbio con un sostantivo, nascono espressioni avverbiali di tempo, nelle quali il sostantivo ha la funzione di precisare lo spazio di tempo cui ogni espressione si riferisce. Si hanno quindi: jeraggiorno - jerammatina - jerasssera - jerannotte - jer'a otto) || Belli - Ne l'annà glieri a venne ar Pellegrino [Ravaro]Belli, T1-0064, La mala fine: "de... aspetta un po’... der Cardinàr-Sonajja? // Bbe’, gglieri, all’ostaria, pe ffà la galla / e ppe la lingua sua che ccusce e ttaja,"GrugnoMuso di animale; viso; faccia (in senso dispregiativo). Dal verbo latino grunnio, grunnire. [Ravaro]Trilussa, Li frammassoni de jeri -I: "fussero carbonari per davero, / cór sacco su le spalle e er grugno nero? / Ma che! È lo stesso de li frammassoni."GuadambioGuadagno, profitto, vantaggio. Trilussa, L'antiquario: "potrebbe fa' lo scalo sur cimiero, / così quer che guadambio ne l'Impero / ce lo rimetto sul Rinascimento."Je finisce?Le piace?Trilussa, L'antiquario: "ce lo rimetto sul Rinascimento. // E 'sto sofà barocco je finisce? / Guardi che dorature! Che broccato!"LuschiLoschi (Belli). Dal lat. luscus agg. Losco. C'era una ciospa, un po' gobbetta e lusca (Berneri, Meo Patacca, II, 12). [Vaccaro Ge., Voc.Rom.Bell.]. Dall'originario significato latino di cieco da un occhio (luscus), è passato a indicare una quantità di luce insufficiente ed incerta (cfr. losco) [Ravaro]Belli, T1-0062, Se ne va: "si jje la vôi caccià ccor gammautte. // Fa ll’occhi luschi, tiè le labbr’assciutte, / ha ’na frebbe in dell’ossa che cconzola!"MejjoMeglio, migliore, più che buono. Dal lat. melior e dall'avverbio melius. [Ravaro]Belli, T1-0062, Se ne va: "Oh, cquer che ssia la cura, va bbenone. / Bast’a ddí ssi ppò mejjo esse assistita, / che vviè er medico inzino dell’Urione."'Na bbotta, sarv’oggnuno, all’anguinajja.'Un colpo (di coltello) all'inguine, sia salvo ognuno', cioè 'Dio ne scampi' (Belli)Belli, T1-0064, La mala fine: "buscò da n’antra donna de la bballa / ’na bbotta, sarv’oggnuno, all’anguinajja. // A ssangue callo parze ggnente: abbasta,"NemmichiNemici, avversari. (Trilussa). Nimmico - (pl. nimmichi) (lat. inimicus) agg. e n.m. Nemico. Prov. Amico beneficiato, nimmico dichiarato; Oste vor dì nimmico; Pe' fatte d'un amico un nimmico, impresteje li quatrini; Tre sò li nimmiche der ladro: la luna, er cane e li sbirri. Li nimmichi de Papa Grigorio (Belli, titolo di un sonetto) [Vaccaro Ge, Voc.Rom.Bell.]Trilussa, Li burattini - II: "mentre l'eroe rimane a pennolone / vicino a li nemmichi ch'ha ammazzato.// È solo lì ch'esiste un'uguaglianza"ÓgnaUnghia (lat.ungula, dim. di unguis) n.f. De l'ogna (spreg.), da nulla; Esse caen'e ogna, essere amici intimi, inseparabili; Caro co' l'ogna, v. Caro, Carogna. [Vaccaro Ge, Voc.Rom.Bell.]Belli, T1-0062, Se ne va: "Io però tremo de ’na cosa sola, /c’oggi j’ho vvisto fasse l’ógna brutte. // Oh, cquer che ssia la cura, va bbenone."PataccheMacchie (Trilussa). Oggetto di nessun valore, senza alcun pregio, fatto passare come una rarità agli occhi di una persona ingenua e fiduciosa cui viene fatta balenare la prospettiva di un vantaggioso affare. Per "patacca", infatti, si intende a Roma, più particolarmente, una moneta o medaglia di grosso diametro, generalmente di bronzo o di rame, molto consumata e tenuta per diverso tempo sotto terra bagnata con aceto o altre sostanze acide, indi nascosta fra i ruderi di qualche monumento antico e, guarda caso, ritrovata sotto gli occhi di un turista straniero cui il "fortunato" scopritore propone l'immediato acquisto a prezzo di prezioso reperto archeologico. In quanto denominazione di oggetto di nessun valore, è passato, per estensione, ad indicare decorazioni, distintivi, medaglie, e, per similitudine con la forma rotonda delle monete, una macchia d'unto su un indumento. Quantunque l'origine del vocabolo sia fatta risalire a patac, voce provenzale per moneta, il che sembra molto probabile, tuttavia si può ipotizzare la derivazione da un latino pataga o patagia (collarino, benda d'oro, ornamento, portato dalle matrone romane attorno al collo e ricadente sul seno, fabbricati e venduti dal patagiarus che, ove l'ipotesi risultasse fondata, potrebbe corrispondere al moderno "pataccaro". || Belli - A cugnà le patacche a la tu' zecca. || Dell'arco - Un crocione, e je le leva le patacche [Ravaro]Trilussa, L'antiquario: "Eppoi so' macchie antiche: è più stimato! / So' patacche dell'epoca, capisce? / Puzzonate der secolo passato!"Pe ffà la gallaIl far la galla equivale pe’ Romani al «far la civetta» (Belli). Gàlla - Singolare forma femminile di: "gallo" usata per indicare una donna dalle caratteristiche similari a quelle che fanno definire un uomo: gallo, galletto, e cioè prepotenza, ardimento, sfrontatezza, ecc. [Ravaro]Belli, T1-0064, La mala fine: "de... aspetta un po’... der Cardinàr-Sonajja? // Bbe’, gglieri, all’ostaria, pe ffà la galla / e ppe la lingua sua che ccusce e ttaja,"Puzzolana(lat. mediev. piczolana, puteolana pulvis, con furb. incr. di puzzà) n.f. Pozzolana (veniva sparsa sulla pubblica strada nei pressi della casa ove fosse qualcuno gravemente infermo onde attutire il rumore dei veicoli in transito) [Vaccaro Ge, Voc.Rom.Tril.] e [Vaccaro Ge, Voc.Rom.Bell.].Terra ricavata da giacimenti di cenere e lapilli vulcanici, di colore rosso-bruno, usata per fare la malta in unione con la calce. Dal lat. puteolana (originaria di Pozzuoli) [Ravaro].Trilussa, Li frammassoni de jeri -I: "Loro so' muratori d'opinioni, / cianno la puzzolana ner pensiero. // Tutta la mano d'opera se basa"PuzzonatePuzzonata. Lavoro mal riuscito, mal eseguito; azione disonesta (cfr. "puttanata") [Ravaro] (puzzone con suffisso di azione -ata) n.f. Cosa mal riuscita. Percheria. Indecenza [Vaccaro Ge, Voc.Rom.Tril.]Trilussa, L'antiquario: "Eppoi so' macchie antiche: è più stimato! / So' patacche dell'epoca, capisce? / Puzzonate der secolo passato!"Re-bbarberoRabarbaroBelli, T1-0062, Se ne va: "Anzi jjerzera j’ordinò ddu’ dita / de re-bbarbero messo in confusione / drento un cucchiar d’argento d’acquavita."RinseratiRinserratiMario Ferri, Perduto amore...: "Tutti quanti li baci che m'ài dato / li tengo rinserati in fonno ar core; / sarà e' ricordo d'un perduto amore,"ScanziaScheranzia (Belli) Scanzìa: per 'scheranzia' o 'squinanzia', una forte infiammazione della gola. [Gibellini]. (alterazione dell'ant. it. squinanzia, gr. kynanché) n.f. (furb.) Angina. Infiammazione della laringe. Laringite [Vaccaro Ge, Voc.Rom.Bell.]Belli, T1-0062, Se ne va: "Co ’na scanzía nell’ughela, e co ttutte / le tonzíbbile frasciche ggiú in gola,"Se ne va!Sta morendo!Belli, T1-0062, Se ne va: "Se ne va /// Co ’na scanzía nell’ughela, e co ttutte / le tonzíbbile frasciche ggiú in gola,"SminchionatoDi persona che prenda in giro, si beffi di tutto e di tutti. Canzonatorio: Er Papa guardò in faccia quer cardeo. E mezz'affritto e mezzo sminchionato, J'arispose: - Metteteli ar museo! (F. Chiappini, Li caccialepri). "E tutti e cento m'hanno risposto pronti a la chiamata, con una risatina sminchionata". (Trilussa, da La Gente, Lo specchio) (p.p. di sminchionà, v. denom. da minchione, con pref. sottr. -s) agg. [Vaccaro Ge, Voc.Rom.Tril.]Persona che prende in giri tutto e tutti; faccia tosta, espressione di improntitudine. || Zanazzo - Chiacchierona, gargante, sminchionata [Ravaro]Mario Ferri, Perduto amore...: "e su' quer viso, bello come un fiore, / mò ce vedo er soriso sminchionato. // Lo sò che scherzi co' la sorte mia"Sta in man de prete mó ppe cquanto pesaQuesta espressione indica uno stato di vita così incerto e vacillante, come l’equilibrio di una bilancia che accenni a uscir di bilico. (Belli)Belli, T1-0064, La mala fine: "je sc’ebbe da ficcà ttanta de tasta. // Sta in man de prete mó ppe cquanto pesa: / e ssi la lama ha ttocco l’interiori,"TastaSpaccatura; taglio che si pratica nei cocomeri per saggiarli quando sono maturi e per assicurarsi che sono rossi. (deverb. di tastà) n.f. [Vaccaro Ge, Voc.Rom.Bell.]Specillo, sonda, strumento chirurgico per misurare la profondità di una ferita; più generic.: qualunque oggetto o strumento usato per misurare l'altezza di un recipiente profondo. [Ravaro]Sonda. Tampone: 'quando poi accorse il chirurgo Mori, le ci dovette ficcare tanto di tasta', cioè 'sonda', ma qui 'tampone' per fermare l'emorragia. (Belli)Belli, T1-0064, La mala fine: "quanno poi curze er cerusico Mori, / je sc’ebbe da ficcà ttanta de tasta. // Sta in man de prete mó ppe cquanto pesa:"TonzìbbileTonsilleBelli, T1-0062, Se ne va: "Co ’na scanzía nell’ughela, e co ttutte / le tonzíbbile frasciche ggiú in gola, / povera Checca! nun pò dì pparola"TtreppizziCappello da prete a forma di tricorno. (Trilussa). (tre + pizzi) n.m. Tricorno, cappello da prete. "Ne li comizzi, Pe' faje capì mejo la questione, Ce va co' la sottana e còr treppizzi" (Trilussa, Er prete spretato). "Coprimola un po' tutti: io, come prete, Je posso dà er treppizzi; ar resto poi Ce penserete voi...! [Vaccaro Ge, Voc.Rom.Tril.]Trilussa, Li frammassoni de jeri -II: "Se er frammassone cià li tre puntini, / er prete cià er treppizzi (2), e m'hai da ammette / che armeno in questo qui je s'avvicini;"UghelaUgolaBelli, T1-0062, Se ne va: "Co ’na scanzía nell’ughela, e co ttutte / le tonzíbbile frasciche ggiú in gola,"UrioneRione. Ciascuno de’ 14 Rioni di Roma ha un medico, un chirurgo e uno speziale, pagati dal governo per l’assistenza gratuita ai poveri; ma la cosa va bene quando non possa proprio andar male. [Belli]Belli, T1-0062, Se ne va: "Bast’a ddí ssi ppò mejjo esse assistita, / che vviè er medico inzino dell’Urione. / Anzi jjerzera j’ordinò ddu’ dita"T1-0050: "suda. / Chi ccommanna a l’urione? er Presidente. / Ch’edè"T1-0186: "er presidente nostro de l’urione! // Tramezzo a ddu’ donnacce"T1-0414: "Er Presidente de l’urione /// Ma llustrissimo mio,"T1-0539: "Rroma un Presidente per Urione. / Come fu mmorto lui, papa"T1-0918: "li Presidenti1 pe ’ggni urione, / ma è ccome nun ce fussino,"T1-0984: "Er cerusico nostro de l’Urione, / che ste fotte5 le spiega"T1-0996: "Scimarra, che ttu ddrent’a l’Urione / sei l’antra mosca che"T1-1048: "ssò io? er profeta de l’urione / pe ssapé che li libbri"T1-1171: "Er Maestro de l’urione /// Dimme cojjone a mmannà"T2-1703: "Er medico de l’Urione /// «Ôh ssor dottore». «Ebbene?"T2-1936: "ttutta la marmajja de l’urione / je s’affollava intorno"T2-2261: "Curato e pprisidente de l’urione / je sa mmill’anni ggià, ccocche"