Quid novi?

Er pizzico


Er pizzicoLa sera che dall’oste ar mascherone, (1)pe ddà un pizzico in culo a Ccrementina,annai ’n zedia papale (2) in quarantinaa lo spedàr de la Conzòlazzione: (3)er zor Stramonni (4) che mme visitòne (5)quelli du’ sgraffi dereto a la schina, (6)fesce: (7) «Accidenti!, cqua se va in cantina: (8)dev’esse stato un stocco bbuggiarone».Po’ abboccasotto stesome in zur letto,cominciò un buscio a frigge: e attura, e attura,ah, sfiatava peddío come un zoffietto!Inzomma in ner frattempo de la curanun poteva stà acceso er moccoletto!Eppuro eccheme cquà; ggnente paura.Note:1 Luogo di Roma.2 Andare, ecc.: essere condotto assiso sulle mani intrecciate di due persone.3 Ospedale presso il Foro Romano.4 Il chirurgo Trasmondi.5 Visitò. Raramente però i Romaneschi aggiungono questa sillaba alle parole accentuate, quando non terminino un periodo e facciano punto.6 Schiena.7 Disse.8 È profondo.Giuseppe Gioachino BelliTerni, 30 settembre 1830 - De Pepp’er tosto(Sonetto 65)