Quid novi?

Accattone!


Accattone!Ho visto stammattina giù ar cantoneun regazzino misero e stracciato,che domannava come un accattone:fate la carità, nun ho magnato!Co' la manina tesa, li su' occhionise fissorno co' tristezza 'nde li mia:chi sei, je domannai, nun ciai famia?ma, lui, rispose co' du lagrimoni!...Nun ciò gnisuno, disse poi, mi' madre,nun la potei conosce pòra donna!ma ne parlava sempre assai mi' padre,dicenno ch'era come la madonna.E lui... Rivedo la stanzaccia scuraindove lo portonno ammanettato...che giornataccia! Quanto e fu durade lasciamme pe' strada e abbandonato!Un giorno che affamato come un lupoje chiesi er pane, er pòro padre miom'accarezzò e poi disse cupo cupo:gnisuno pensa a noi, nemmanco dio?!Uscì da casa e venne seraportanno er pane... S'era fatto smorto,come 'no straccio bianco! Ah fussi morto!er giorno appresso stava già in galera...Er pòro regazzino scoppio' in pianto:se mozzicava le su' du' manine:Nun meritava fa 'sta brutta fine,papà era bôno, disse, bôno tanto!Me j'accostai, je feci 'na carezza!coraggio! dissi ar povero maschietto:poi me lo strinzi forte forte ar pettoin un abbraccio pieno d'amarezza!Sante FerriniNote di Valerio Cruciani:Accattone!: sta in Marforio III, 267 - 3 Dicembre 1904. Otto quartine di endecasillabi a rima ABAB CDDC EFEF GHGH ILIL MNNM OPPO QRRQ. Vs. 4 il discorso diretto comincia con la minuscola, come in altri punti del componimento; al contrario in altri punti ancora il discorso inizia con la maiuscola. Probabilmente di tratta di incertezze del poeta. Vs. 6 risulta ipermetro. Vs. 9 mi invece di mi' probabile refuso. Vs. 11 m refuso per mi'. [VS: nel testo, per i versi 9 e 11, ho riportato la forma corretta] Vs. 15 dopo Quanto c'è uno spazio doppio e poi la e. Posso ipotizzare un refuso per je pronome rafforzativo, che renderebbe il verso della giusta misura. Il refuso forse è dovuto per analogia con la e congiunzione del vs. successivo. Vs. 20 dio minuscolo, probabile refuso. Vs. 21 ipometro.Sante Ferrini. 1875 - ? Autore di poesie dialettali a carattere sociale, anarchico rifugiatosi in Francia. Collaborò a «Rugantino» e a «Conte Tacchia». Nel 1909 pubblicò un libro di versi intitolato Fantasticando, Londra, Publishing Company (Veo, Poeti romaneschi, op. cit.).