Carlo Alberto Zanazzo - MiòdinePoeti di Orazio, Roma, 1953, pagg. 44+XXCarlo Alberto Zanazzo (Roma, 1901-1975), amico di Pettrich, fu, come lui, dirigente di banca e visse in diverse città rientrando poi definitivamente a Roma. Inizialmente poeta in lingua, Zanazzo scelse il dialetto come mezzo di espressione a lui più congeniale. La sua prima raccolta poetica Assaggio, è del 1946 ed è ancora molto acerba, totalmente immersa nel gretto ambiente dialettale romano. Le due raccolte che seguirono però, e cioè Miòdine e Bellidenti, segnarono una svolta decisiva nel suo iter poetico. Ciò che colpisce in Zanazzo è soprattutto la novità dei temi e la laboriosa ricerca linguistica. "Singolare poesia", scrive Giancarlo Vigorelli su La Fiera Letteraria, "che ha nel sangue un fondo popolare schietto, rozzo persino, de còre".Da "La poesia romanesca di Corazzini, Bravi, Pettrich e C.A. Zanazzo", Un saggio di Rosangela Zoppi
Miòdine, Indice
Carlo Alberto Zanazzo - MiòdinePoeti di Orazio, Roma, 1953, pagg. 44+XXCarlo Alberto Zanazzo (Roma, 1901-1975), amico di Pettrich, fu, come lui, dirigente di banca e visse in diverse città rientrando poi definitivamente a Roma. Inizialmente poeta in lingua, Zanazzo scelse il dialetto come mezzo di espressione a lui più congeniale. La sua prima raccolta poetica Assaggio, è del 1946 ed è ancora molto acerba, totalmente immersa nel gretto ambiente dialettale romano. Le due raccolte che seguirono però, e cioè Miòdine e Bellidenti, segnarono una svolta decisiva nel suo iter poetico. Ciò che colpisce in Zanazzo è soprattutto la novità dei temi e la laboriosa ricerca linguistica. "Singolare poesia", scrive Giancarlo Vigorelli su La Fiera Letteraria, "che ha nel sangue un fondo popolare schietto, rozzo persino, de còre".Da "La poesia romanesca di Corazzini, Bravi, Pettrich e C.A. Zanazzo", Un saggio di Rosangela Zoppi