Quid novi?

L’aribbartatura der...


L’aribbartatura der capoccioO er cucchiere imbriaco o mmal pagatoj’abbi vorzuto, (1) o nnò, ttirà a la pelle;o un cavallaccio jje se sii ’mbarzato (2)sur timone o fframezzo a le tirelle,er fatt’è cquesto, padron Raffaelle,c’annanno (3) a ffà la grazzia a un ammalatope la salita de le Tre Ccannelleer Bambin d’Arescèli (4) ha ribbartato. (5)La cosa in zé mmedéma nun è ggnente,ma a sti tempi che ppoco sce se (6) credeva’ cche impressione possi fà a la ggente!Ggesú Bbambino, inzomma, fa sto spregode miracoli, e llui nun ze tiè (7) in piede!Prima càrita ssíncipi tabbègo. (8)Note:1 Gli abbia voluto.2 Gli si sia imbalzato.3 Che andando.4 Il Bambino di Ara-Coeli. La fama de’ suoi miracoli chiama questo Bambino a visitare qua e là gl’infermi disperati di salute; e ciò accade allorché lo stesso corpo di Cristo nella eucarestia non gli abbia risanati. I Religiosi zoccolanti lo trasportano in cocchio a passo lento.5 Ciò avvenne il 4 gennaio 1838.6 Ci si.7 Non si tiene, non si regge.8 Prima charitas incipit ab ego: comodo proverbio popolare.Giuseppe Gioachino Belli10 gennaio 1838(Sonetto 1965)Spiega Francesco Possenti, a pag. 180 di "Tavolozza Romana", Edizioni "Liber" Roma, 1969 (brano tratto dall'articolo apparso il 24 dicembre 1968 sul quotidiano "Il Messaggero"):La devozione per il santo Bambino dell'Aracoeli non si è mai spenta in Roma, ma anzi accresciuta di anno in anno, e ancor oggi da tutte le parti del mondo giornalmente giungono moltitudini di devoti a far atto di religioso ossequio dinanzi alla statuetta alla quale pervengono continuamente missive che chiedono grazie o manifestano riconoscenza per benefici ricevuti.Nel 1700 e nel secolo scorso non era raro il caso di vedere per le strade di Roma passar lentamente una carrozza tirata da due cavalli, entro la quale il simulacro del santo Bambino era recato al capezzale degli infermi più gravi. La carrozza che fu posta a disposizione dal Principe Alessandro Torlonia, venne in seguito sostituita addirittura con quella papale di Leone XII, consegnata, per questo pio uso, al padre guardiano dell' Aracoeli.E' storia del 1838 che, nel percorrere, il 4 gennaio, le strade della città, forse allora troppo sconnesse, il veicolo si rovesciò con dispiaciuta meraviglia dei cittadini presenti. Il fatto venne subito registrato dal Belli che, nel sonetto in data 10 gennaio dello stesso anno, lo narra col suo immancabile sarcasmo".Nella foto sotto il titolo si vede sulla sinistra la scalinata di 122 gradini che porta all'Aracoeli e, sulla destra, quella assai meno ripida che porta a Piazza del Campidoglio.