Quid novi?

Attufà


Attufà[Bernoni]: Corrisponde a "tufare" della lingua nazionale, e tutt'e due i verbi discendono dal vocabolo greco typhos (cioè, "fumo", "vapore"). Di conseguenza, attufà vale "affumicare", "mandare vapore", "esser caldo". Tra i Sette Colli di questo verbo viene usato - quasi esclusivamente - il "participio passato", anche in funzione di "aggettivo", con significato di "fumicoso", "maleolente", "privo d'aria pura", "accaldato" "costretto in luogo chiuso e fetido", "avvolto in panni sudici e molto aderenti".G. G. Belli (1791-1863): T2-1740, Li troppi ariguardi: "Ma che passione avete, sor'Ularia, / de tené sempre sta finestra chiusa? / Nu la sentite qui che ariaccia uttusa? / Eh via, uprite, rinovate l'aria. / S'intenne: un corp'umano che nun usa/ d'avé l'aspirazzione necessaria, / l' antimosfera je se fa contraria, / e si poi s' accerota [diventa un cerotto; si riempie d'acciacchi] nun ha scusa. / Ecco da che nasce, ciorcinata [disgraziata], / che v'è vienuta l'istruzion de fedico [l'ostruzione del fegato]: / dall' aria che ve sete nimicata. / Aria e sole ce vanno: io ve lo prèdico, / perché ve vedo sta troppo attufata. / "Dov' entra er sole", fìa, "nun entra er medico". ("Li troppi ariguardi").[Ravaro]: Opprimere, soffocare magiare cibi indigesti in quantità eccessiva; coprire una persona con molti indumenti per proteggerla dal freddo, ma rischiando di soffocarla. Dal lat. tophus (tufo, roccia vulcanica tenera, porosa, assai pesante) || Peresio - Quando i pulcin co' l'ale e cova e attufa || Zanazzo - Ma che: - Sto be', sto be'! Voi m'attufate.Attufato[Ravaro]: Persona coperta da un numero eccesivo di indumenti che consentono appena di respirare; chi si è rimpinzato di cibo sino a non poterne più; luogo angusto, senz'aria || Belli - Perché ve vedo stà troppo attufata || Chiappini - 'Ste cammeracce sò troppo attufate.