Quid novi?

Tamiri


CAPITOLO XLVII.Tamiri, Reina di Scizia.Tamiri fu nobile reina di Tartaria. Perchè i Tartari sono in paese sterile, sotto fredda parte del cielo, vicino alli monti Rifei, e alli monti Iperborei, e questi quasi conosciuti soli a sè medesimi, è incerto di chi ella fusse figliuola e a chi fusse maritata. È famosa solamente per questa chiarezza di nobiltà, che ella fu reina, e signoreggiò aspri e indomiti popoli, tenendo già Ciro lo regno d’Asia. Lo quale forse venne in cupidità del regno de’ Tartari, acciocchè Tamiri fusse conosciuta più famosamente; e forse egli voleva piuttosto esaltare la sua gloria, che accrescere lo suo regno. E certamente egli avea udito che i Tartari erano uomini poveri e salvatichi, ma avea udito, che egli erano stati invincibili, ed eziandio da grandissimi re. Dunque egli tratto da questa cupidità condusse suo oste contro alla reina Tamiri. E sentendo ella innanzi la sua venuta, benchè quello fusse temuto per tutta l’Asia, e poco meno per tutto il mondo per le grandi cose che egli avea fatte, nondimeno ella non cercò per ambasciadori mezzani, patti di pace; anzi raunato suo sforzo, e fatta capitano della guerra, potendogli contrariare con edificj navali, lasciogli passare lo fiume Arasse con tutta sua gente e oste, e entrare nel suo paese: pensando la saggia femmina, potere molto meglio vincere la rabbia di Ciro dentro al suo paese che di fuori. E essendo certificata che egli fusse entrato nel regno, diede la terza parte del suo sforzo a uno suo figliuolo, il quale era giovanetto, e comandogli che egli andasse contro a Giro, e combattesse; il quale sentendo, che il giovine andava con l’oste, pensando sì la qualità del luogo che li costumi delle genti, deliberò vincere piuttosto quello con l’inganno che con la prodezza, e mostrò fuggire, lasciando il campo pieno di vettovaglie, e di vino non ancora conosciuto dai Tartari. Nel quale campo entrato il giovane quasi vincitore, come avesse cacciato lo nimico, allegro coi suoi Tartari, confortato non a combattere, ma a mangiare; cominciarono a divorare ampiamente lo cibo e la bevanda non conosciuta, Per la qual cosa lasciato lo magistero della milizia, venne il sonno e addormentaronsi: nel quale essendo eglino gravati, sopravvenne Ciro, e uccise quello con la sua oste; e essendo quasi certo della vittoria, fecesi innanzi.
Ma Tamiri udito la morte dei suoi, benchè molto si dolesse della morte del figliuolo, non avendone se non uno; nondimeno non si diede a piangere a modo di femmina; anzi ristrette le lagrime per ira e per cupidità di vendetta, coll’avanzo di sua gente, con quell’arte che ella avea udito essere stato preso lo figliuolo, pensò potere pigliare lo nimico, benchè similmente non mandasse fuori il campo ripieno di vino. E sapendo ella i luoghi, mostrò fuggire, e condusse per lungo circuito di vie lo nimico che la segue cupidamente tra le sterili montagne, e aspre per lo freddo: e in quel luogo serrò lui, bisognoso quasi di ogni cosa necessaria, tra montagne e aspri luoghi; e volta a quegli tagliò tutta l’oste. E ancora Ciro non campò, anzi saziò l’ira di quella vedova; perchè ella con feroce animo fece cercare fra’ corpi il corpo di Ciro, e trovato quello, fecegli tagliare la testa, e comandò che fosse messa in un otre pieno di sangue de’ suoi: e quasi come ella avesse data sepoltura al superbo Re, disse: Saziati del sangue, del quale tu se’ stato assetato. Ma finalmente non abbiamo alcuna cosa che è da dire di questa donna, se non questa, la quale tanto fu maggiore, quanto fu maggiore la signoria di Ciro.Giovanni BoccaccioDe claris muljeribusVOLGARIZZAMENTODI MAESTRO DONATO ALBANZANI DA CASENTINO[ca. 1336 - fine secolo XIV]Tomiri la Regina degli Sciti è il titolo del quadro di Rubens, la cui miniatuta è accanto al titolo; il valore del dipinto è stimato in 130.000 euro.Di Tamiri o Timiri -che Dante pone nel Purgatorio- ho già parlato sul sito Bibliofilo Arcano, ove è reperibile un'altra miniatura ed un altro quadro di Giovanni Antonio Pellegrini, pittore del '700.