Quid novi?

Pucciandone Martelli


Pucciandone MartelliSignor sensa pietansa, udit'ho dire,Similemente, gente criatura,sono due delle cinque poesie di Pucciandone Martelli, erroneamente ritenuto da alcuni poeta della Scuola Siciliana del 1200, in realtà pisano appartenente alla corrente della poesia cortese, che fiorì attorno al 1250. Le altre rime che gli vengono attribuite sono:Lo fermo intendimento, ched eo aggioMadonna, vo' isguardando senti' amoreTuttora aggio di voi rimembranzaSignor sensa pietansa, udit'ho dire, Signor sensa pietansa, udit'ho dire, deve tosto falliree vana divenir sua signoria. Sensa pietà, mia donna, siete sire:penser ho di partire me' cor e mente da tale follia.Ché solo vi 'ngegnate me schernire:tempestar e languiree tormentar mi faite nott'e dia; talor mostransa faitemi 'n servire, ma non pote granire, sì come fior che vento lo disvia.L'albor' e 'l vento siete veramente, ché faite 'l fror: potetelo granare, poi faitelo fallare, e vana divenir la mia speransa.Deo vi lassi trovar miglior servente, e me signor che saccia meritare, ché tropp'è greve amare lo mio, se per servir ho malenansa.Similemente, gente criatura, Similemente, gente criatura, la portatura pura ed avenente faite plagentemente per natura, sì che 'n altura cura vo' la gente;ch'a lor parvente nente altra figura non ha fattura dura certamente, però neente sente di ventura chi sua pintura scura, vo' presente.Tanto doblata data v'è bellessa ed adornessa messa con plagensa, ch'ognun che i pensa sens'ha per mirata;però amat'ha, fata, vo' 'n altessa chi la fermessa d'essa conoscensa in sua sentensa ben sa onorata.