Quid novi?

Dramma


Dramma (Istantanea)IDa CASTELLO se sente mezzanotte.E tona e piove. VIA DE LA LONGARAImmezzo ar nero pisto de la notteÈ diventata tutta ’na pianara.Da li canali, da le grònne rotte,L’acqua dà fora, schiuma, fa cagnaraE, avanti ar chiavicone che l’ignotte,Subùlle come drento ’na callara.Nun passa anima viva. A tratti a trattiDa le finestre de la PALAZZINASe senteno li strilli de li matti.E tona e piove. Un cane da pajaroCo’r’una fame propio sopraffinaRosica l’ossa immezzo a u’ monnezzaro.IIAll’ARCO DE SAN SPIRITO, lì accantoAll’artarino de la madonnella,Piagne una donna. Se confònne er piantoCo’ li lamenti de ’na craturella.È una storia d’amore. Scoppia intantoU’ lampo e l’arischiara. Ancora è bella,giovane, è moretta ... ha amato tanto! ...Se sente er sóno de ’na campanella,S’opre ’na porta ... un’ strillo de craturaE poi più gnente! È la fine der dramma.E tona e piove. Pe’ la strada scuraPassa curènno l’ombra de ’na donna:Er vento fischia. Se smorza la fiammaDer lampenino avanti a la Madonna.Edoardo Francati (1863-1933)Note di Valerio Cruciani: Dramma: sta in I, 4 - 30-31 Maggio 1902. Coppia di sonetti, schema: ABAB ABAB CDC EDE . Parte I, vs. 1 castello, Castel S. Angelo. Vs. 4 pianara, un rivo d’acqua piovana (Chiappini, op. cit.). Vs. 7 chiavicone, fogna. Vs. 8 subùlle, ribolle come in un pentolone. Vs. 10 palazzina, si riferisce al manicomio di S. Maria della Pietà che stava in via della Lungara. Vs. 12 cane da pajaro, che fa la guardia a un pagliaio. vs. 13 co’r’una invece di cor una. Parte II, vs. 7 dialefe tra giovane, è oppure tra moretta ... ha. Vs. 14 lampenino, piccola lampada votiva (Chiappini, op. cit.).Edoardo Francati (1863-1933) scrisse anche con lo pseudonimo di Fra Tinca. Esordì collaborando al «Rugantino» dal 1884 al 1889. Fondò il «Mannaggia la Rocca» e «Marchese del Grillo» insieme a Trilussa. Nel 1888 pubblicò Er 30 aprile, presso Verdesi; nel 1889 L’arivoluzzione a Roma da Cerroni e Solaro, ottenendo dopo dieci anni una ristampa da Perino. Nel 1894 fondò «Orazio Coccola» con Nino Ilari e Aldo Chierici; nel 1901 l’editore Casali gli affidò la direzione del «Trasteverino»; nel 1902 fondò il «Marforio», scrivendo moltissimi sonetti e disegnando diversi bozzetti umoristici. Nel 1921 si trasferì a Tivoli, facendo perdere le proprie tracce (Possenti, op. cit. p. 350 vol. I).