Quid novi?

Il dì 13 giugno 1847


Varie poesie in dialetto romanescodi Giuseppe Benaidedicate ad Angelo Brunettidetto Ciciruacchio Famoso popolano romanoRoma, Tipografia Menicanti, 1847.Il dì 13 giugno 1847.Questo Sonetto fu fatto ex tempore in occasione d'un pubblico convito sul dato seguente argomento, e con rime obbligate."L'invito alli Bolognesi in Roma pel dì 17 giugno 1847".SonettoCor core in mano e co tutto l'amoreV'invitamo a vienine ar CampidojoA tutti quanti sete, che in valoreA gnisciuno cedete senza orgojo.Sete fij d'Itaja e dell'onoreE d'invitavve arrisicà me vojo;Ch' er giorno dicissette un gran furoreQuì a Roma se farà senza cordojo.Fratelli semo tutti, e la bardanzaLa mettemo da parte in mi cuscenzaTanto chi ha la duttrina, o l'ignoranza.Vienite giù vienite, che l'UnioneD' aspettavve ha perduto la pacenza,E sta colla Bandiera gni Rione.Giuseppe BenaiDa Varie poesie in dialetto romanesco di Giuseppe Benai dedicate ad Angelo Brunetti detto Ciciruacchio Famoso popolano romano - Roma, Tipografia Menicanti, 1847, pag. 19.Tali convivi era abbastanza frequenti. Di uno di essi parla l' Osservatore del Trasimeno del 5 ottobre 1847:29 Settembre. Questo giorno onomastico del nostro Angelo Brunetti non poteva passare senza qualche dimostrazione di gratitudine e di gioia dei Romani al loro buon Popolano. Nella trattoria detta delle Belle Arti fuor di Porta Pia meglio che 250 persone di ogni ceto e di ogni Rione festeggiarono in un lietissimo desinare il modesto ed incorrotto Capitano del Popolo il nostro Ciciruacchio. Acconce prove di virtù cittadina di carità patria animatrici furono lette dallo Sterbini, dal Meucci. E poesie di pari armgomento declamarono il Guerrini, il Gallucci, il Guidi, in Romanesco il Benai: il Masi estemporaneamente. A coronare la cara e generosa letizia di questa serena giornata sopravvenne invitato e desideratissimo conte Mamiani. Non è a dire di quali e quante esclamazioni fosse onorato questo integerrimo esule profondamente italiano. Fu messo allato del popolano signore del Banchetto, e tutti i commensali con ripetuti viva e con improvise rime del Capitano Masi, e con quelle dei Guerrini, e del Gallucci, lo vollero salutato Questa vita del Popolo Romano sempre composta, sempre efficace, questo affratellarsi di ogni classe di cittadini sono un bell' augurio delle nostre sorti future.