Quid novi?

Epigrammi romani


Epigrammi romaniPrimavera sul CampidoglioLa primavera il Campidoglio ascendee fiorita di storie e di leggendefa palpitare il marmo ed il metallo.In groppa al suo magnifico cavalloche s'impenna e che scopre in oro mattoil saggio Marco Aurelio se ne stacome in procinto o, meglio ancora, in attodi galoppar verso l'eternità.L'alba al GianicoloIl Gianicolo all' alba si coloradi rosea luce sopra i verdi spaldiperò è sempre dal cuor di Garibaldiche risorge per gli uomini l'aurora,quella vera che ovunque porteràgiustizia indipendenza libertà.Estate sull'AventinoD'estate, anche se manca il ponentino,sul colle antico che di piante abbondafa sempre fresco ché sull'Aventinospira un perpetuo venticel di fronda.Il giorno al PalatinoVisita al Palatino, obbligatoria.Ci vanno in comitiva i forestieri,sbadiglian molti innanzi a tanta storia.Cosa vuoi farci? Sono nati ieri!Autunno a Monte MarioA Monte Mario, sotto il pergolatod'un' osteria rimasta ancora in pieditra palazzoni di cemento armato,l'Autunno non è in vena d' epicedi,ma mette sia nell'aria che nel vinotanta spensieratezza che perfinoun meneghin, scordando il proprio idioma,alza il bicchiere e canta l'Inno a Roma.La notte al CelioLa notte al Celio ispira tanta paceche tutto s'addormenta e tutto tace.Nel sonno la marmorea Navicellasi riempie dei raggi d'ogni stellae sogna, col suo carico d'argento,di navigare in mezzo al firmamento.Inverno al PincioSe nella metamorfosi io credessirinascere lucertola vorreie felice sarei se rinascessinel posto più conforme ai gusti mieiossia sul Pincio in margine al piazzalech' è un belvedere che non ha l'ugualee dove anche nel cuore dell'invernoti riscalda di Roma il Sole eterno.Luciano FolgoreStrenna dei Romanisti, 1958, pag. 74, 75