Quid novi?

Er faccino tuo


Er faccino tuoMe dichi che tte poss'arigalà?Er zole ce ll'hai ggià nell'occhi tua,che butteno dei razzi tutt'e dduae tutto intorno và a sbrilluccicà!E li dentini bbianchi come nubbi?Quant'hanno da sformacce le perline!Nimmanco drent'all'acque corallinebrillocchi così bbelli te li rubbi!
'E fravole, i lamponi e lle cerasepônn'èsse rossi come 'sti labbrucci?Poi 'sti capelli bbionni só' ccimasesur tuo visetto pieno de candoree ssui guanciotti che ssó' assai carucci:te l'ho ppropio da dì che ssei 'n'Amore!Note:v.4 Sbrilluccicà. Brillare.v.6: Sformacce. Indispettirsi.v.8: Brillocchi. Brillanti, pietre preziose sfavillanti.v.9: Fravole ... cerase. Fragole ... ciliege.v. 11: Cimase. Cimasa = Cornice aggettante in funzione di coronamento terminale di un edificio o parte di esso. In partic., nell’architettura dell’antichità, membratura costituente la parte più sporgente della trabeazione, in corrispondenza del ciglio del tetto; negli edifici dei periodi successivi, dal medioevo ai giorni nostri, il nome è usato piuttosto per indicare le cornici terminali di varî elementi architettonici, come basamenti, piedistalli, balaustrate e simili [Treccani online].Valerio Sampieri1 marzo 2017