Gli occhi miei lassi avvezzi a quella via,Gli occhi miei lassi avvezzi a quella via,Ove talora il di Madonna siede,E con la dolce vista alta mercedeSuol dare a l'angosciosa pena mia,Ivi eron volti; ed io come uom ch'obliaSé stesso nel mirar quel ch'ei non vede,Mirando longe, avea dinanzi al piedeTutto quel ben, che l'anima desia.Mentr' io guardava fiso alla fenestra,Ove solea veder la donna nostra,Ella per strada mi passò da lato,Ed io non la conobbi. O mia sinestraFortuna, o Amor, che sempre la mi mostra,Come sen stette allor cosi celato!
Gian Giorgio Trissino
Gli occhi miei lassi avvezzi a quella via,Gli occhi miei lassi avvezzi a quella via,Ove talora il di Madonna siede,E con la dolce vista alta mercedeSuol dare a l'angosciosa pena mia,Ivi eron volti; ed io come uom ch'obliaSé stesso nel mirar quel ch'ei non vede,Mirando longe, avea dinanzi al piedeTutto quel ben, che l'anima desia.Mentr' io guardava fiso alla fenestra,Ove solea veder la donna nostra,Ella per strada mi passò da lato,Ed io non la conobbi. O mia sinestraFortuna, o Amor, che sempre la mi mostra,Come sen stette allor cosi celato!