A Papa Leone X.Del decimo Lion sommo pastoreDel decimo Lion sommo pastoreSoave é il giogo ed è leggier il pesoAll' umil plebe ed al ricco signore,Ch'hanno di sua bontate il petto acceso.Tutt' il popol di Dio onnipotenteFuor d'ogni tempesta or vive quietoSotto l' ammanto di sl gran virtute.Ecco qui d' ogni parte e d' ogni gentePeregrini aspettar il volto lieto,Dalle man sante il segno di salute.O felici alme in questa età venute,Che non più n'ama pochi il giusto Giove,Anzi sopra ciascun le grazie pioveDel decimo Lion sommo pastore.Com' io veggio apparir la bella auroraCom' io veggio apparir la bella auroraCinta di bianche e di vermiglie rose,E veggio i fior e l'erbe rugiadoseScoprir la lor vaghezza ad ora ad ora;Meco medesmo mi conforto allora,Sperando riveder forse pietoseLe luci, dov'Amor l'arco ripose,Per darmi la ferita che m' accora;E là ne vado pien tutto di speme,Dov'elle fanno spesse volte il giornoOr chiaro or fosco, sì come a lor piace.Ma, lasso, com' io trovo poi fallaceQuesta speranza, subito ritornoA gl'usati sospiri, alle mie pene.Se 'l supplicio infernal tant' alto offende,Se 'l supplicio infernal tant' alto offende,Che quando il miser più di ber desia,Vede le frigid' acque andarsen via,E giunger cibo, e al fin poi nulla prende;Peggio son io d'Amor, che'l cor m'accende,E veggio d' esser lieto aperta via,Né so pigliarla, che la mente obliaIl ben nel mal, che di seguir comprende.Però contro me stesso ognor m' adiro,Che s'agghiaccio e son muto al suo cospetto,50 ben ch'io perdo il tempo e in van sospiro.Non voglio quel ch'io voglio, e così aspettoChe la morte finisca ogni martiro,Che ad estrema miseria è sol diletto.
Trissino (3)
A Papa Leone X.Del decimo Lion sommo pastoreDel decimo Lion sommo pastoreSoave é il giogo ed è leggier il pesoAll' umil plebe ed al ricco signore,Ch'hanno di sua bontate il petto acceso.Tutt' il popol di Dio onnipotenteFuor d'ogni tempesta or vive quietoSotto l' ammanto di sl gran virtute.Ecco qui d' ogni parte e d' ogni gentePeregrini aspettar il volto lieto,Dalle man sante il segno di salute.O felici alme in questa età venute,Che non più n'ama pochi il giusto Giove,Anzi sopra ciascun le grazie pioveDel decimo Lion sommo pastore.Com' io veggio apparir la bella auroraCom' io veggio apparir la bella auroraCinta di bianche e di vermiglie rose,E veggio i fior e l'erbe rugiadoseScoprir la lor vaghezza ad ora ad ora;Meco medesmo mi conforto allora,Sperando riveder forse pietoseLe luci, dov'Amor l'arco ripose,Per darmi la ferita che m' accora;E là ne vado pien tutto di speme,Dov'elle fanno spesse volte il giornoOr chiaro or fosco, sì come a lor piace.Ma, lasso, com' io trovo poi fallaceQuesta speranza, subito ritornoA gl'usati sospiri, alle mie pene.Se 'l supplicio infernal tant' alto offende,Se 'l supplicio infernal tant' alto offende,Che quando il miser più di ber desia,Vede le frigid' acque andarsen via,E giunger cibo, e al fin poi nulla prende;Peggio son io d'Amor, che'l cor m'accende,E veggio d' esser lieto aperta via,Né so pigliarla, che la mente obliaIl ben nel mal, che di seguir comprende.Però contro me stesso ognor m' adiro,Che s'agghiaccio e son muto al suo cospetto,50 ben ch'io perdo il tempo e in van sospiro.Non voglio quel ch'io voglio, e così aspettoChe la morte finisca ogni martiro,Che ad estrema miseria è sol diletto.