Quid novi?

Domopietro


DomopietroÈ vocabolo di gergo, corrispondente a "prigione". Si formò sull'espressione latina in domo Petri, riferita alla chiesa romana di San Pietro in Vincoli. Questo tempio cristiano custodisce, com'è noto, le catene che avrebbero avvinto - in Palestina e a Roma - il principe degli Apostoli. Quanto, poi, alla denominazione di domus Petri per il sacro edificio (costruito nella prima metà del V secolo) essa va collegata al luogo di erezione: cioè, presso le carceri (metonimicamente, ad vincula) dell'antica Prefettura. In domopietro, quindi, popolarescamente: al "domicilio coatto di S. Pietro" e, più semplicemente e genericamente, in "galera".[Ravaro] dice, invece: "Il vocabolo trae origine dal Carcere Mamertino, la prigione alle pendici del Campidoglio, così denominata per esservi stato rinchiuso San Pietro".
Giuseppe Carletti (seconda metà del secolo XVIII): ... Se non era il Curato tu saresti, / bagascia, da quattr' anni in domopietro ("L'incendio di Tordinona >", Zuffa tra popolane).Belli: ... Pe mé je l'ho avvisato a mi' sorella / ch'er fijo suo lo vedo e nu lo vedo: / che je metteno in mano le budella. / O vò annà in domopietro?  je lo scedo; / me ne lavo le mano in catinella, ("A le spalle de Zaccaria", Sonetto 58).Pascarella: ... Quanno che stiede lì a l'Agonizzanti, / agnede pe' svortà'; ma sfasciò un vetro / e cascò, sarv'ognuno, a faccia avanti. / Lì le guardie je corsero de dietro, / l' acchiapporno, e messero li guanti [le manette], / e lo portorno dritto in "domopietro". ("Er lombetto").Zanazzo: Perché stiedi du' mesi in domopietri.