Introduzionea "Poesie inedite" di Giuseppe Gioachino Belli Romano, Volume 1"Ai LettoriCiro BelliIl nome di Giuseppe Gioachino Belli non era ignoto in Italia ed era notissimo ai Romani. La facilità e la vivezza del suo ingegno poetico lo facevano ricercato nelle accademie, e nelle conversazioni. Due volumi di sue poesie dati alle stampe in epoca diversa e la versione degl'inni della Chiesa, che si trovano nel breviario romano, gli avevano acquistato una fama che dovrà lungamente sopravvivergli.Ma tuttavia il suo valore nelle lettere non credo sia per anco a pieno conosciuto, perchè delle cose da lui scritte o in vari luoghi od a varie persone recitale la minor parte fu pubblicata e mai non videro la luce i sonetti in dialetto romanesco. Perciò carità di figlio e orgoglio di cittadino mi consigliarono di rendere di pubblica ragione le poesie inedite di vario metro in lingua italiana e circa ottocento sonetti di quelli scritti nel dialetto del popolo di Roma. Da questa pubblicazione io penso che due benefici risulteranno: il primo che Giuseppe Gioachino Belli sia annoverato fra coloro che ai tempi nostri non purehanno sostenuto l' onore delle lettere, ma sì ancora meritato di essere posti fra le glorie italiane e fra i restauratori del patrio linguaggio: il secondo che Roma possa d'ora innanzi anch'ella, come quasi tutte le altre città d' Italia, vantarsi di un poeta municipale il quale abbia levato in fama il suo dialetto e dato a divedere come non meno del siculo, del milanese, del veneziano e di altri, sia esso capace di ricevere grazia, forza, efficacia, spirito e lepore da un ingegno sottile e potente.
Introduzione
Introduzionea "Poesie inedite" di Giuseppe Gioachino Belli Romano, Volume 1"Ai LettoriCiro BelliIl nome di Giuseppe Gioachino Belli non era ignoto in Italia ed era notissimo ai Romani. La facilità e la vivezza del suo ingegno poetico lo facevano ricercato nelle accademie, e nelle conversazioni. Due volumi di sue poesie dati alle stampe in epoca diversa e la versione degl'inni della Chiesa, che si trovano nel breviario romano, gli avevano acquistato una fama che dovrà lungamente sopravvivergli.Ma tuttavia il suo valore nelle lettere non credo sia per anco a pieno conosciuto, perchè delle cose da lui scritte o in vari luoghi od a varie persone recitale la minor parte fu pubblicata e mai non videro la luce i sonetti in dialetto romanesco. Perciò carità di figlio e orgoglio di cittadino mi consigliarono di rendere di pubblica ragione le poesie inedite di vario metro in lingua italiana e circa ottocento sonetti di quelli scritti nel dialetto del popolo di Roma. Da questa pubblicazione io penso che due benefici risulteranno: il primo che Giuseppe Gioachino Belli sia annoverato fra coloro che ai tempi nostri non purehanno sostenuto l' onore delle lettere, ma sì ancora meritato di essere posti fra le glorie italiane e fra i restauratori del patrio linguaggio: il secondo che Roma possa d'ora innanzi anch'ella, come quasi tutte le altre città d' Italia, vantarsi di un poeta municipale il quale abbia levato in fama il suo dialetto e dato a divedere come non meno del siculo, del milanese, del veneziano e di altri, sia esso capace di ricevere grazia, forza, efficacia, spirito e lepore da un ingegno sottile e potente.