Quid novi?

Er (El)


Er (El)L'articolo "il" diviene sempre, in romanesco, er. Però, quando esso articolo deve precedere un vocabolo con iniziale "I", er - di regola - si trasforma in el. In passato, a dire il vero, el valeva (e si alternava) ad er anche davanti alle altre consonanti, denunciando una chiara derivazione d'uso toscano.A questo proposito, citeremo il Berneri: ... In 'sto tempo alzà el gomito se sole ... ("Il Meo Patacca", I, 11); ... el caldo insopportabbile se renne ... (Ibidem, II, 1); ... c'è in cima, et esce in fora, el su' stuppino ... (lb., X, 3).G. G. Belli seguì la vecchia tradizione (se non andiamo errati) due sole volte: ... Gnentedemeno ch'ha preso el compagno / la governante del sor don Matteo! ... ("La bona spesa"); ... Via, dunque, el su' cappello se lavora ... ("El cappellaro").Non c'è dubbio! Il Belli vuole evocare una parlata distinta, affettata, ciovile. Quanto a Trilussa, el (per er) è rispettatissimo. Basta dare una scorsa ai titoli di alcuni suoi componimenti: El Leone riconoscente; L'Omo e el Lupo. Rispettatissimo el, certo! Ma con poca convinzione, se poi lo stesso Trilussa scrive altri titoli, come L'Omo e er Lupo (ripetuto!), Er Lupo e er Micio.C'è di più. Un verso trilussiano dice: ... Nun capischi er latino? Ah, male, male! ... ("Tre strozzini", III, Don Micchele). Infine, il Trilussa estende alla consonante "r" iniziale (una sola volta, ci pare) l'uso di el: ... Mentre el Re, co tutti li sovrani, / nun parla che de pace e de lavoro, / li sudditi se magneno fra loro / fino a sbranasse peggio de li cani ... ("Li cannibali", I).Il plurale di er (el) è unico:Li.Tanto per concludere con Trilussa: Ho rivisto Zazzà. L'ho rincontrata/ dopo quasi quattr'anni. È sempre bella! / Tiè sempre li capelli a madonnella, / cià sempre la medesima risata ... ("Tutto sfuma"). [Mario Adriano Bernoni].Un'altra "parlata ciovile", più che mai rara ed esclusivamente in forma ironica, usa come articolo singolare maschileIrA proposito di tale forma, che in Belli ricorre 41 volte, il poeta annota: "Ir per «il»: sforzo di parlar gentile, dicendosi veramente dai Romaneschi er" ed anche "Affettato civilismo di discorso in modo di sarcasmo. Ji fa mmale ir rimore. Altrimenti avrebbe detto Je fa mmale er rumore, o anche er rimore".T2-1299, Lo stufarolo appuntato: "«Questo, Minenza, è un barzimo illustrale, / che annetterebbe ir pelo in de la vita, / senza fà ttorto a llei, puro a un majale»."