Quid novi?

A Roma di notte ...


A Roma di notte ...Cammino senza tregua nella tarda sera,dietro a me, nel buio, invano gettando le scoried'un' inutile giornata, mentre s'addormentaimmersa nel languore dolce della primaverala città le cui luci contendono lentae solenne discesa della notte. Le memoriecome echi perenni d'un tempo migliore- che non fu tale forse per chi allor vivea. -risorgon tutt'intorno e cessa il chiassodelle umane contese. Si chiudon ancor apertele porte delle case e risuona il passosempre più sonoro sul selciato di vie deserte.
Di tratto in tratto odo le campanemisurare il tempo e scagliare nello spazio,come il richiamo di ore vissute e spesenel vano rincorrere il falso ed il vero.La notte s'inoltra sempre più fondae già ammanta il suo tenue misteroil labirinto di vicoli, le ampie piazzeche s' apron d'improvviso, i palazzi e le case,le macchie fiorite di verde sulle terrazze,le facciate delle chiese dall' ombra invasee delle finestre le spente occhiaieche celano a tutti gelose ed avarechissà quanta gioia e quanta miseria?Sosto sotto il muro d'una casa, rasente,come per immergermi - ombra nella fitta ombra -e mi sembra di sentir quel che nessuno sentee che l'umana gelosia a tutti adombrasento come nasce il dolore e come sgorgadall'umano cuor la gioia improvvisa ...Poi riprendo il cammino solo con la notteche di pietoso manto le brutture copreper illudermi ancora, prima che l'alba sorga ...Leonardo KocienskiStrenna dei Romanisti, 1968, pag. 224