IVoi, che sparsi ascoltate in rozzi accentii pregi eccelsi della Donna mia,non istupite, se tra questi fiacosa ch'avanzi 'l creder delle genti;poichè, sebbene per laudarla i' tentile penne alzar per ogni alpestre via,quel che meglio però dir si devria,riman coperto alle terrene menti.Nè sia chi dall'esterno mio dolore,onde in pianti mi struggo a poco a poco,misuri la pietà dentro al suo core:perchè, quantunque in ogni tempo e locofar mostra i' soglia del mio grande ardore,assai maggior, ch'i' non dispiego, è 'l foco.IICandido in Cielo e di be' raggi adornosplendeva il Sole oltre l'usato stile,e vestivas'il colle e 'l prato umìled'ogni fior più leggiadro intorno intorno:qual su' rami d'un faggio e qual d'un orno,ogni augel più canoro e più gentiles'udia cantar, sicchè 'l più oscuro e vilefacea col canto a Filomena scorno:per le frondi degli alberi batteaZefiro l'ali, e ogni ruscel più mondosaltellando tra' sassi al mar correa:e con più dolce volto e più giocondoridea Cupido e l'amorosa Dea,il dì che nacque la mia Donna al mondo.IIIIl dì che nacque la mia Donna al mondo,dal lavoro immortal stupida sorsela Madre delle cose, e 'l guardo torsea mirar lo spettacolo giocondo.Indi, volgendo il grave ciglio a tondo,fisò le luci nell'età trascorse:di poi, sorpresa e di sè stessa in forse,fin del suo centro le calò nel fondo.Poi disse: - E qual sì nobile fatturadell'antiche bellezze e delle novegl'illustri pregi alteramente oscura?E di qual parte sì gran Donna move,che coll'alta beltà vince Natura?Se nel Ciel non è fatta, i' non so dove. -IVDonna, se tu scorgessi il grande ardoreche nel mio sen per tua beltà s'apprese,ben diresti che tal mai non accesein cor gentil d'innamorato Amore.Qui star vedresti quel divin Signoretemperando gli strali ond'ei m'offese,ed a' colpi di lui senza difeseservir d'incude il mio medesmo core;e vedresti siccome mi divoradolcemente del petto in ogni locola bella fiamma che vi cresce ognora;e tutti i miei pensieri a poco a poco,come fanciulli timidetti ancora,scaldars'intorno a sì leggiadro foco.
Ripano Eupilino 02
IVoi, che sparsi ascoltate in rozzi accentii pregi eccelsi della Donna mia,non istupite, se tra questi fiacosa ch'avanzi 'l creder delle genti;poichè, sebbene per laudarla i' tentile penne alzar per ogni alpestre via,quel che meglio però dir si devria,riman coperto alle terrene menti.Nè sia chi dall'esterno mio dolore,onde in pianti mi struggo a poco a poco,misuri la pietà dentro al suo core:perchè, quantunque in ogni tempo e locofar mostra i' soglia del mio grande ardore,assai maggior, ch'i' non dispiego, è 'l foco.IICandido in Cielo e di be' raggi adornosplendeva il Sole oltre l'usato stile,e vestivas'il colle e 'l prato umìled'ogni fior più leggiadro intorno intorno:qual su' rami d'un faggio e qual d'un orno,ogni augel più canoro e più gentiles'udia cantar, sicchè 'l più oscuro e vilefacea col canto a Filomena scorno:per le frondi degli alberi batteaZefiro l'ali, e ogni ruscel più mondosaltellando tra' sassi al mar correa:e con più dolce volto e più giocondoridea Cupido e l'amorosa Dea,il dì che nacque la mia Donna al mondo.IIIIl dì che nacque la mia Donna al mondo,dal lavoro immortal stupida sorsela Madre delle cose, e 'l guardo torsea mirar lo spettacolo giocondo.Indi, volgendo il grave ciglio a tondo,fisò le luci nell'età trascorse:di poi, sorpresa e di sè stessa in forse,fin del suo centro le calò nel fondo.Poi disse: - E qual sì nobile fatturadell'antiche bellezze e delle novegl'illustri pregi alteramente oscura?E di qual parte sì gran Donna move,che coll'alta beltà vince Natura?Se nel Ciel non è fatta, i' non so dove. -IVDonna, se tu scorgessi il grande ardoreche nel mio sen per tua beltà s'apprese,ben diresti che tal mai non accesein cor gentil d'innamorato Amore.Qui star vedresti quel divin Signoretemperando gli strali ond'ei m'offese,ed a' colpi di lui senza difeseservir d'incude il mio medesmo core;e vedresti siccome mi divoradolcemente del petto in ogni locola bella fiamma che vi cresce ognora;e tutti i miei pensieri a poco a poco,come fanciulli timidetti ancora,scaldars'intorno a sì leggiadro foco.