Donna, di voi si rancurachi più v'ama a fede pura,c'onor di voi no riluce nè splende.Mirate ciò c'avenirepote di vostro scherniree dell'er[r]ore che 'n voi tanto pende.Poi che la vostra potenzain ciascuna valenzadisformat' ha ragione,qual serà la cagionedi tanta crudelezza,c'orgoglio vi deb[b]ia porre 'n altezza?Donna, pensate c'alturain ciascun causo misuravole, secondo lo stato, qual prende:ché troppo e più d'agradire,ben sostenendo, il perire,chi ornamento di vita difende.Proveg[g]ia vostra scïenzain tanta differenza:ché si vede il leoneche sua potenza ponee sua grande ferezzain basso per umiliata prontezza.Donna, invano laborain cui non è dirit[t]ura:far tal sementa già frutto no rende;ché l'aquistato d'ardirepuote più tosto fallireche laove vera ragione racende.Dunqua chi ha provedenzaha diritta intenzadi ciò che fa il paoneper poca falligione,c'ha tanta di bellezza:non disformata terrà sua grandezza.Donna, in sentenza dura,trasnaturata natura,sete nodrita, poi non si contende;e dico, chi v'ha a seguire,farà sé e voi partireda onore e da ciò ch'esso atende.Ché nullo avria difenza,ma in tutto perdenzaincontro a lo dragone,se d'un'oppenïonee di vera arditezzafossor le teste, tant'avria fortezza.Donna, talor la venturaparte laov'è più sicurac'orgogli' o forza mai no la riprende;soperbia ignuda voi' dire,per vita morte sentire,là ove regna tal vizzo s'intende.Che se gli augelli han temenzae mostrano doglienzadel falco rudïone,non è per tradigionené per sua vilezza,ma natural vertù ne fa certezza.
Donna di voi si rancura
Donna, di voi si rancurachi più v'ama a fede pura,c'onor di voi no riluce nè splende.Mirate ciò c'avenirepote di vostro scherniree dell'er[r]ore che 'n voi tanto pende.Poi che la vostra potenzain ciascuna valenzadisformat' ha ragione,qual serà la cagionedi tanta crudelezza,c'orgoglio vi deb[b]ia porre 'n altezza?Donna, pensate c'alturain ciascun causo misuravole, secondo lo stato, qual prende:ché troppo e più d'agradire,ben sostenendo, il perire,chi ornamento di vita difende.Proveg[g]ia vostra scïenzain tanta differenza:ché si vede il leoneche sua potenza ponee sua grande ferezzain basso per umiliata prontezza.Donna, invano laborain cui non è dirit[t]ura:far tal sementa già frutto no rende;ché l'aquistato d'ardirepuote più tosto fallireche laove vera ragione racende.Dunqua chi ha provedenzaha diritta intenzadi ciò che fa il paoneper poca falligione,c'ha tanta di bellezza:non disformata terrà sua grandezza.Donna, in sentenza dura,trasnaturata natura,sete nodrita, poi non si contende;e dico, chi v'ha a seguire,farà sé e voi partireda onore e da ciò ch'esso atende.Ché nullo avria difenza,ma in tutto perdenzaincontro a lo dragone,se d'un'oppenïonee di vera arditezzafossor le teste, tant'avria fortezza.Donna, talor la venturaparte laov'è più sicurac'orgogli' o forza mai no la riprende;soperbia ignuda voi' dire,per vita morte sentire,là ove regna tal vizzo s'intende.Che se gli augelli han temenzae mostrano doglienzadel falco rudïone,non è per tradigionené per sua vilezza,ma natural vertù ne fa certezza.