Quid novi?

Er servitor-de-piazza ciovile


Er servitor-de-piazza ciovile (1)Lei sappi, si vvò véderle, che cquelleindove el vostro Cane-colso (2) abbaglia, (3)tutte cuperte di stole de paglia,suono (4) le stufe delle Capandelle. (5)Eh! sti Abbagni da noi vanno a le stelle!Gente o di garbo, o nnobbile, o bbirbaglia,bardassaria, (6) omminità, o vecchiaglia,vonno tutti mettérce la sua pelle.Chi ha ccallo..., dico caldo, di staggione,o un caldo a un piede, o acqualche occhiopullino,capa o la capandella o el Capandone.La meno folla spendano un carlinoper quelle chiuse: ma le ppiú pperzonea lo sbaraglio impiegheno un lustrino. (7)ANALOGIE:SE NON SI DICE            NON SI PUÒ DIREprendérle, ma: prènderle    vedérle, ma: véderleporzo, ma: polso        còrso, ma: còlsoraja, ma: raglia        abbaja, ma: abbagliavéderci, ma: vedérci        métterci, ma: mettérciNote:1 Civile.2 Còrso.3 Abbaia.4 Sono.5 Capannelle: bagni nel Tevere.6 Ragazzaglia.7 Moneta d’argento da cinque baiocchi: un grosso.Giuseppe Gioachino BelliRoma, 20 ottobre 1831 - De Pepp’er tosto(Sonetto 215)