Quid novi?

Al Camposanto


Al CamposantoEra il mio tutto la fanciulla mia:Ella mi amava e anch'io l'amavo tanto!La morte infame l'ha portata via,Ed ora dorme qui nel camposanto.Era la bocca sua vermiglia, comeUna rosa di maggio, fresca e aulente;E quando sciolte avea le bionde chiomeSembrava un piccol salice piangiente.La mia ricchezza ell'era, il mio avvenire.Ed or che il sogno celestial s'è infrantoTento su la sua fossa di lenireIl dolor mio che sciogliesi nel pianto.Pianto copioso, che su la bagnataZolla fa crescer l'edera; e la croce,Cui s'inerpica, resta attorcigliataDal fecondar del mio dolore atroce.Antonio CamilliTratto da: Poesie Romanesche, Roma, Tipografia Industria e Lavoro, 1906, pag. 126