Giovanni Della CasaMorto nel MDLXVI.O sonno! o, della queta umida ombrosaNotte, placido figlio! o, de' mortaliEgri, conforto; obblio dolce de' maliSì gravi, ond'è la vita aspra e noiosa!Soccorri al core omai che langue, e posaNon ave; e queste membra stanche e fraliSolleva: a me ten vieni, o sonno! e l'aliTue brune sovra me distendi e posa.Ov'è il silenzio che il dì fugge e il lume?E i lievi sogni che con non secureVestigia di seguirti han per costume?Lasso! che invan te chiamo; e queste oscureE gelide ombre invan lusingo. Ahi piumeD'asprezza colme! ahi notti acerbe e dure!Giovanni Della Casa
Giovanni Della Casa
Giovanni Della CasaMorto nel MDLXVI.O sonno! o, della queta umida ombrosaNotte, placido figlio! o, de' mortaliEgri, conforto; obblio dolce de' maliSì gravi, ond'è la vita aspra e noiosa!Soccorri al core omai che langue, e posaNon ave; e queste membra stanche e fraliSolleva: a me ten vieni, o sonno! e l'aliTue brune sovra me distendi e posa.Ov'è il silenzio che il dì fugge e il lume?E i lievi sogni che con non secureVestigia di seguirti han per costume?Lasso! che invan te chiamo; e queste oscureE gelide ombre invan lusingo. Ahi piumeD'asprezza colme! ahi notti acerbe e dure!Giovanni Della Casa