Quid novi?

Notte romana


Notte romanaDàtemi pace, orenotturne, e voi pensieritumultuanti. In questa primaveratra immagini e visioni smisurateio mi disperdo. Roma mi trascinae mi soverchia, a ondatedi piante e marmi.Così l'uomo terragnonuotando stenta a trattenersi a rivaquando improvviso il ventoeleva le crollanti architetturedell'acqua. S'impauriscee il risucchio lo porta alla deriva.Soltanto le fontane,respiro di giganti addormentatitra le navate d'un aperto duomo,a me ridanno animo. M'afferrocon amicizia ai gesti delle statueferme, sicure, intentead ascoltare il mormorìo dei secolidalla profonda venaterrestre riaffiorantecome a conchiglie nelle immense piazze.Spandono l' ombre, a fioredella diffusa luce,gesti di profezia.Si pietrifica, attorno, quest'oceanodi gloria viva. Forte, come l'acquasgorga nelle fontane,m'invade alfine, brivido solenne,l'eternità specchiata in forme umane.Adriano GrandeDa: Strenna dei Romanisti, 1955, pag. 44