Quid novi?

La finestra di Corrado Alvaro


La finestra di Corrado AlvaroDa quella finestra si affacciavaCorrado Alvaro.Dall'alto in basso una colatadi travertino romano,dalle inconsuete torridella Trinità dei Montialla scalinata flessuosaalla Barcaccia del Bernininavigante al fruscio delle acque,come una gondola sbattutasui selci di piazza di Spagna.Salgono e scendonocoppie di innamoratirapiti, isolati, nell'incontro di un sogno.Alvaro guardava i voltie notava, le pieghe dei cuori;sempre nell'uomo riscoprival'eterno mistero.Balcone del mondo era la sua finestra.Col passare degli annil'occhio suo vivo, curiosoaffondava nella malinconia.Incomparabile la scenadove avevano respiratoansiosi di felicità e di poesiaKeats e Stendhal.Ma era pur sempre scena sofisticatanel genio del suo secolo;era una scena chiusa,angusta, senza orizzonti.Sacrificare una vitaper arrivare a questo porto?Lontana Marina Jonicasacra ai riti di Persefone,scoscese balze d'Aspromonte,perché vi ho abbandonato?E l'abbandono fu un tradimento.Così pensava Alvaroe immalinconiva.E chiudeva la finestrainondata dai profumidei fiorai di piazza di Spagnafiori recisi, spruzzati, fiori morti.E sognava gli odoridelle resine e delle sabbiedella Magna Greciatradita, perduta.Alfredo SignorettiStrenna dei Romanisti, 1966, pag. 378