Quid novi?

Roma veduta da Albano


Roma veduta da AlbanoA Lea e Gì Signorelli]l colle lentamente verso il piano digradaal tramonto sfoggiando le verdi terrazzericoperte di vigne già pingui a vite bassa,immensi parchi, umili orti, case e ville,campi dorati di grano sparsi a chiazzevaste ed ondeggianti, solcati dalla stradasopra la quale da millenni il destino passaportando dolori e gioie a mille a mille ...Col primo buiore tenue il vespro ovattale distanze e la pianura di nebbia s'ammanta.Di acquedotti nereggiano le gobbe difformitentacoli dell'Urbe peccaminosa e santaassisa sui sette Colli ... Nereggiano cipressifiancheggianti le vie de' consoli lungo le quali,nel tempo oramai antico, la vita e la mortecelebravano i loro simbolici sponsali ...S'accendono di già in quella quiete serotinale luci dell'Urbe, più ancora a notte tardasi sperlano come stelle discese in basso.Davanti a me sparisce ogni cosa vicina -vedo solo quei lumi - migliaia di pupillee mi pare che l'anima della Città mi guardi ...Leonardo KocienskiDa Strenna dei Romanisti, 1963, pag. 332