Quid novi?

Roma


RomaAlle tue pietre secolari vennimalchiuso in un pastranoch'ancor sapeva del reticolato,alzai il cuore al volo doratodelle tue cupole d'aria.Dopo tanto strisciaresul fango più cupo della terraho sentito le povere ossa volare.Così solo, qui ho trovatoil calore dell'amicizia vera.Con il tuo cielo di primavera,Roma, mi son consolato.Carlo MartiniDa: Strenna dei Romanisti, 1964, pag. 303