Quid novi?

L'ìnvido verno


Ho riportato nelle note alcuni termini, ma non perché ne sia ignoto il significato. Ho voluto invece stabilirne l'antichità.L'ìnvido vernoL'ìnvido verno s'appropinqua e taceil rousignol d'in su l'opima pianta.Leggiadro l'ausellin, ei più non cantae la marmotta sitibonda giace.Similemente a la natura affranta,con sua silenzïosa man rapace,rende la stessa omai non più feracecolei che del suo gelo tutto ammanta.L'algente suo ghignante volto ostendenell'attimo in cui tutto si scolorae tutto ciò che brama seco apprende.Ratta e furtiva lei pervien, laondeonesto e giusto, uomo, vivi ognora,prìa d'approdar a le Superne sponde.Note:v.1: Invido,  Petr. canz. 18. 6. (C) Ma forse altrui farebbe Invido, e me superbo l'onor tanto.v.1: Verno. Una delle quattro stagioni dell'anno, la più fredda; Inverno. Petr. Sest. 8. part. I. (C) Ma pria fia 'l verno la stagion de' fiori, Ch'amor fiorisca in quella nobil alma. Dant. Inf. 32. Non fece al corso suo sì grosso velo Di verno la Danoia in Austerricch.v.1: S'appropinqua, si avvicina, di appressa. D. 3. 33. (C) Ed io, ch'alfine di tutti i desii M'appropinquava. E Vit. Nuov. 25. Dimenticando quello che per appropinquarmi a tanta gentilezza m'addivenía.v.2: Rusignol. Petr. son. 10. E 'l rusignol, che dolcemente all'ombra Tutte le notti si lamenta, e piagne. Chiabr. Egl. 3. Soave rusignol qui non s'arresta; Solo s'arresta tortora dolente.v.2: Opima, Fertíle, Ferace. Car. En. 2. 1265. (M.) Il Tirreno Tebro con placid'onde opimi campi Di bellicosa gente impingua e riga. E 3. 1101. (Man.) Indi varcammo Del paludoso Eloro i campi opimi.v.3: Ausellin, uccellino. Ausello si trova già in Rinaldo d'Aquino (li auselli fan sbaldore / dentro da la frondura) e, soprattutto, in Guinizzelli: Al cor gentil rempaira sempre amore / come l'aausello in selva a la verdura. In Rinaldo d'Aquino si trova anche il verso iniziale: Un oseletto che canta d'amore.v.9: Algente. [Tommaseo]: Gatti presso Tom. Algente dice il massimo grado del freddo e della sensazione di quello. [Cam.] Algenti luoghi, disse Plinio, Algenti pruine, Stazio: e Algenti chiamò Marziale le toghe sì logore che chi le veste assidera. = Dant. Rim. 34. (C) Signor, tu sai che per lo algente freddo L'acqua diventa cristallina pietra. Petr. Son. 152. Fuoco che m'arde alla più algente bruma.v.12: Laonde, Per la qual cosa. Dan. Par. 12. Laonde vegnon tali alla scittura, Ch'uno la fugge, e altro la coarta. Bocc. Nov. 40. tit. (C) Laonde egli scampa dalle forche. E num. 16. Laonde le femmine, più paurose divenute, levatesi, e fattesi a certe finestre, cominciarono a gridare.v.14: Pria. Prima, ed è per lo più voce poetica. Dant. Inf. 1. (C) E dopo 'l pasto ha più fame che pria. E Purg. 5. Salsi colui, che 'nnanellata pria, Disposando, m'avea colla sua gemma. Petr. Canz. 4. 6. part. III. Non è questo 'l terren ch'i' toccai pria? Fr. Jac. Tod. 7. 25. Ed il mio vizio, e peccato Il commetto come pria.v.14: Superno. Superiore, Di sopra, Dell'alto, Del cielo. Supernus, in Plin. e Lucan. - Dant. Par. 3. (C) Se disiassimo esser più superne, Foran discordi li nostri desiri Dal voler di colui che qui ne cerne. E 20. E quel che segue in la circonferenza Di che ragiono, per l'arco superno, Morte indugiò per vera penitenza. Petr. Son. 38. part. II. Suoi santi vestigii Tutti rivolti alla superna strada Veggio.Valerio Sampieri20 settembre 2018