Quid novi?

Ohmè, che io mi sento sì smarrito


Ohmè, che io mi sento sì smarritoOhmè, che io mi sento sì smarritoquand'io non ho danar nella scarsella:dove sia gente a dir qualche novellai' non son quasi di parlar ardito.E se parlo 'i son mostrato a ditoe sento dirmi - Ve' quanto e' favella! -I' perdo il cuor com'una femminellasì ch'io divengo tutto sbigottito.E quando i' ho danari in abbondanzain borsa in scarsella o paltonierai' sono ardito e ho di dir baldanza;dinanzi ho 'l cerchio e di dietro la schieradi gente assai, che ciascuno ha speranzach'io lo sovvenga per qualche maniera.Pieraccio Tedaldi (1285-1350 ca.)Note:incipit: Omè, che io mi sento sì smarritoexplicit: ch'io lo sovvenga per qualche manieraRiferimenti (ed. rif.) Marti, Pieraccio. Rime (1956) n. 13 [Pieraccio Tedaldi, a cura di Mario Marti, in Poeti giocosi del tempo di Dante, Milano, Rizzoli, 1956, pp. 713-58.]Numero 13liricaVersificazione: sonettoNumero versi: 14a. 1285 - 1350 ca.Bibliografia filologica: Marti, Pieraccio. Rime, p. 729Permalink: http://www.mirabileweb.it/title/om%C3%A8-che-io-mi-sento-s%C3%AC-smarrito-title/39212