Quid novi?

Brani di opere famose


Ecco tre brani famosi, capaci di far riflettere:"... e non parla con enfasi se non per magnificare tuttavia la sua ricca e scelta biblioteca. Ma quando egli mi va ripetendo con quella sua voce cattedratica ricca e scelta io sto lì lì per dargli una solenne smentita. Se le umane frenesie che col nome di scienze e di dottrine si sono iscritte e stampate in tutti i secoli e da tutte le genti si riducessero a un migliajo di volumi al più e' mi pare che la presunzione de' mortali non avrebbe da lagnarsi ..." (Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis, Garzanti, 1991, pag. 13)"Non so mai di che nome voi altri saggi chiamiate chi troppo presto ubbidisce al proprio cuore: perchè di certo non è un eroe; ma è forse vile per questo? Coloro che trattano da deboli gli uomini appassionati somigliano quel medico che chiamava pazzo un malato, non per altro se non perch'era vinto dalla febbre. Così odo i ricchi tacciare di colpa la povertà, per la sola ragione che non è ricca. A me però sembra tutto apparenza; nulla di reale, nulla. Gli uomini non potendo per sè stessi acquistare la propria e l'altrui stima, si studiano d'innalzarsi, paragonando que' difetti che per ventura non hanno, a quelli che ha il loro vicino. Ma chi non si ubbriaca, perchè naturalmente odia il vino, merita egli lode di sobrio?".(Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis, Garzanti, 1991, pag. 25)"A questo proposito: vuoi tu darmi retta una volta? or che Dio mandò il compratore, vendi in corpo e in anima tutti i miei libri. Che ho da fare di quattro migliaja e più di volumi ch’io non so nè voglio leggere? Preservami que’ pochissimi che tu vedrai ne’ margini postillati di mia mano. O come un tempo io m’affannava profondendo co’ libraj tutto il mio! ma questa pazzia la non se n’è ita se non per cedere forse luogo ad un’altra.".(Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis, Garzanti, 1991, pag. 32)