Quid novi?

Zinne, pelo e fregna, só' la dote de Carpegna


Un antico detto romano recita: "Zinne, pelo e fregna, só' la dote de Carpegna". Vediamo di scoprire perché.Il sonetto "La donna liticata" di Giuseppe Gioachino Belli (Roma, 21 dicembre 1832 - Der medemo) termina con la terzina:E accusì in dua se litica una freggnache pper èsse arimasta senza pelinun dà mmanco la dota de Carpeggna.Belli chiosa in nota: "Dicesi in Roma, non so il perché: Peli e fregna son la dote di Carpegna. Carpegna è nome tanto di una terra, quanto di una nobile famiglia che vi ebbe giurisdizione feudale."La famiglia Carpegna si trasferì a Roma nel 1500, ma sotto il pontificato di Pio VII, dopo un lungo periodo di decadimento, fu espropriata di ogni suo bene.All'epoca ogni famiglia doveva costituire per ogni figlia una cospicua dote, pena lo "zitellaggio" perpetuo. Però, data l'estrema indigenza nella quale la famiglia era caduta, essa non poteva offrire al nubendo altra dote che quelle "proprie della figlia", di cui al detto.Per inciso, il pontefice Pio VII (al secolo Gregorio Chiaramonti, nato a Cesena il 14 agosto 1742, morto in Roma il 20 agosto 1823), Papa dal 1800 alla morte, è quello sotto il cui pontificato si svolgeva la trama del film il Marchese del Grillo. Si tratta, peraltro, di un falso storico, dato che Onofrio del Grillo, nato a Fabriano il 5 maggio 1714, morì il 6 gennaio 1787, allorché Pio VII non era ancora papa.